Il Piemonte Documenteur Film Fest si ferma un anno

Il Piemonte Documenteur Film Fest si ferma un anno. La creatura di Carlotta Givo ha deciso di saltare l’edizione 2015 per tornare più forte e più organizzata nel 2016. Non sappiamo se i motivi siano realmente la voglia di riorganizzarsi e trovare una formula ancora più efficace o soltanto (e comprensibilmente) l’impossibilità di andare avanti lottando anno dopo anno contro difficoltà ed ostacoli che non dovrebbero esserci.

pdff
Quello che sappiamo però è che vogliamo con forza che il PDFF torni davvero nel 2016 e torni più forte e più potente di prima. Magari con una formula nuova ma sempre capace di regalarci spunti interessanti e prodotti di qualità. Qui di seguito il comunicato con la decisione di fermarsi.

Arriva per tutti il momento di fermarsi e riflettere. E i progetti non fanno eccezione.

Alla fine della quinta edizione abbiamo raccolto molti feedback e molti suggerimenti e ci siamo accorti quanto affetto circoli intorno a questo strambo festival di cine e quanto le persone che ci hanno seguito e supportato fin qui meritassero qualcosa in più.

Un qualcosa che va pensato, studiato con attenzione e cura, elaborato con lo stesso entusiasmo che ci ha guidati fin qui. Qualcosa che necessita tempo.

Dopo tanto pensamento, abbiamo quindi deciso che il festival si ferma un anno. Una pausa per elaborare una nuova formula che raccolga tutti i suggerimenti e faccia crescere il progetto portandolo a un livello più alto (no, tranquilli, non vi faremo scalare il Monviso per venire ad assistere alle prossime proiezioni!), ma soprattutto a un livello più largo per accogliere più persone, più location, più cineasti e raccontare balle sempre più grosse.

Vi mancheremo un pochino? Speriamo di sì, ma non tanto da creare tristezza: quel poco che non faccia male e renda gli abbracci dei prossimi incontri ancora più stretti.

Intanto, se avete consigli, idee, proposte di collaborazione per il 2016, questo è il momento giusto per contattarci.

Un sorriso baffuto da tutto il team del Pdff

Aggiornamento.

Mi ha scritto Carlotta Givo, che questo festival se lo è curato e cresciuto, ed ha voluto aggiungere considerazioni che ritengo fondamentali. Le riporto qui sotto

Per rispondere ai dubbi che avanzi nel tuo articolo, che sono importanti e meritano attenzione, è importante dire che se le associazioni che lavorano sul territorio trovassero meno ostacoli, e per ostacoli s’intenda il disordine del rilascio dei bandi istituzionali che vengono accorpati, eliminati, posticipati in continuazione; la scarsa presenza di chi dovrebbe verificare la reale efficacia di un progetto per la società civile e per i luoghi; l’incoerenza e l’inaffidabilità dell’allocazione dei fondi a disposizione; ecco, se tutto questo fosse trattato con più attenzione e cura, non ci sarebbe bisogno di prendere fiato. Chiunque abbia a che fare con l’organizzazione di eventi culturali in Piemonte sa che gli ultimi anni sono stati non duri, durissimi. Ogni anno è una sfida. Ogni anno ci si aspetta di tutto, o di meno che è più corretto e corrispondente ai fatti. Spesso, chi è nel ruolo di decidere cosa sì e cosa no, si preoccupa delle metriche: quanti biglietti staccati, quante uscite sui giornali, quanta pubblicità di ritorno? Senza considerare minimamente che quei numeri non sono nulla se non vengono rapportati al contesto di riferimento. Le polemiche però non sono utili, serve una programmazione seria e chiara. Senza di quella, temo, si assisterà a un lento e continuo erodersi di belle iniziative. Forse silenziose, ma non per questo meno forti e pervasive.

Autore: Gabriele Farina

Blogger, scrittore, regista, poeta, in fondo narratore di storie. Nel 2005 nasce il suo storico blog Vita di un IO