L’impressione vedendo I RACCONTI DELL’ORSO è che Samuele Sestieri e Olmo Amato abbiano fatto sostanzialmente quello che feci io una dozzina di anni fa con “A S.Leone“, cioè girare un film per immortalare un posto splendido.
Il paragone ovviamente finisce qui perchè il loro è un lavoro complesso, completo, che ha richiesto un impegno ed un investimento importante.
Siamo in Finlandia, spazi incredibili, ambienti sorprendenti. Un omino rosso e un robottino si aggirano per quello che sembra un mondo fatato. Si inseguono, si trovano, si lasciano, aiutano un orsacchiotto che ha perso la sua imbottitura, pregano il sole insieme ad un campo di spaventapasseri.
Dentro possiamo vederci un sacco di cose, dall’irrazionale, alla magia, alla religione, al viaggio, alla crescita, al sogno. Quello che però c’è di sicuro è una bella sensazione di splendore totale, di luoghi lontani in cui due personaggi come quelli potrebbero vivere davvero.
In sala c’erano un sacco di amici compresi probabilmente molti di coloro che hanno partecipato al crowdfunding per la realizzazione del film.