Bruce McDonald non tradisce e con The husband ci regala un’altra prova d’autore molto interessante, con una bella mano da parte di Maxwell McCabe-Lokos, capace di tirare fuori una prova d’attore davvero notevole.
Abbiamo il marito in una situazione diffcile, molto difficile in realtà. La moglie è in carcere e lui è solo con il figlio di circa un anno. Già così è un bel casino, il problema vero però è che la moglie è in carcere per aver fatto sesso con un suo studente quattordicenne.
E così il marito ha il problema di andare avanti nel quotidiano, lavorare senza distrarsi, continuare a crescere il figlio, capire cosa è passato per la testa alla moglie, decidere se perdonarla per il tradimento o mandarla a cagare, sopravvivere alla vergogna di una città che lo addita (o che lui pensa lo additi).
Tutto questo viene fuori splendidamente nel film. McCabe-Lokos è fenomenale a restituire lo stato confusionale in cui vive il protagonista, le sue difficoltà, gli sbalzi d’umore, la tensione, l’indecisione.
Tutto il film è ritmato sulla frenesia del quotidiano, sulle difficoltà da risolvere.
Anche perchè poi il protagonista ci mette del suo e decide di andare a pescare il ragazzino che ha fatto sesso con la moglie e parlarci… e quasto non aiuta.
Intorno a lui in realtà c’è un discreto panorama di persone per bene che provano ad iautarlo ma è evidente che le decisioni sono sue e dev’esssere lui ad uscirne.
McDonald condisce poi il tutto con immagini forti, piccoli flash visivi che partono dalla mente del personaggio e vengono sparati in faccia allo spettatore con successo.
Una storia, triste, difficile, ottimamente raccontata.