A Free fire non bisogna chiedere altro che un paio d’ore di rilassato godimento (o teso godimento se preferite). E allora il film di Ben Wheatley risponderà appieno alle aspettative e soddisferà ogni vostro anfratto cinefilo. E’ quello che tecnicamente viene definito da chi è del giro “un film di sparare”.
Una fabbrica abbandonata. Un gruppo di persone che vuole comprare 30 fucili d’assalto. Un gruppo di persone che vuole vendere 30 fucili d’assalto. Dodici uomini e una donna. L’incontro è teso, i personaggi sono molto particolari. Basta poco a far scattare la scintilla e far partire il primo colpo di pistola. A quel punto è il delirio più totale.
Per tutta la durata del film ci si spara addosso e ci si nasconde tra cassoni e piloni e macerie. Si cerca di sopravvivere e far fuori l’altro ma presto diventa un tutti contro tutti senza esclusione di colpi (“Non ricordo più da che parte sto”).
E’ un delirio di colpi. ne vengono sparati migliaia. I contendenti finiscono impallinati in ogni dove eppure prima di morire continuano ad impallinare i loro avversari (e pure i loro amici).
Si ride, molto, si sorride, moltissimo. Una serie infinita di battute che sono l’inevitabile conseguenza dei folli personaggi messi in scena. Divertente e adrenalinico sotto ogni aspetto. Godetevelo e basta!
Degno film di chiusura di una splendida trentaquattresima edizione del Torino Film Festival.