Quattro lune, quattro età della vita, quattro storie d’amore gay, quest è Four Moons, ne orchestrato e raccontato da Sergio Tovar Velarde
Sono quattro storie divise, che non si incontrano mai.
La luna nuova è il primo amore di un ragazzino undicenne per il cuginetto, con tutte le conseguenze del caso, psicologiche per lui, sconvolgenti per la famiglia.
La luna piena è l’amore maturo. Una coppia che convive da dieci anni ed attraversa un momento di crisi. Un terzo incomodo che si inserisce, il tentativo di salvare il rapporto.
La luna crescente è l’amore che nasce da due giovani che per la prima volta scoprono la propria omosessualità. Le paure, le difficoltà, il nascondersi agli altri, la consapevolezza.
La luna calante è un uomo anziano, sposato, con figli e nipoti, che in realtà ha sempre amato gli uomini e cerca in tarda età una soddisfazione che non ha avuto in tutta la vita.
Quattro belle vicende, raccontate con delicatezza e pulizia estrema. Storie diverse, che toccano temi diversi. Ben sviluppate. Si mischiano ironia e dramma, storie private che diventano storie di tutti gli spettatori.
A margine: molto divertente il primo rapporto sessuale della coppia di luna crescente. Per la prima volta si trovano nudi tra uomini e non è tanto l’imbarazzo quanto propio le difficoltà tecniche a compiere l’atto.