Il ritorno di Paul Verhoeven dopo un silenzio di quasi dieci anni avviene con un thriller con forti toni da commedia e con una Isabelle Huppert davvero straordinaria. Elle si apre con un cruda e scena di violenza sessuale ai danni della protagonista, nella sua abitazione. Donna violata nella propria casa. Cosa c’è di peggio?
Eppure lei cerca di negare e minimizzare quanto avvenuto. Non denuncia e racconta ai pochi amici come un avvenimento di poca importanza, secondario. Nel suo passato c’è un padre serial killer in una giornata di follia in cui anche lei bambina è stata protagonista. Nel suo presente una madre che nonn vuole invecchiare, un amante, un vicino affascinante, un’amica che è anche collega di lavoro e un figlio che vorrebbe invece tanto crescere.
Il risultato è un thriller vero (perchè c’è da scoprire un sacco di cose e perchè ci sono momenti duri e violenti) ma è forse soprattutto una commedia nera. Si sorride, a volte si ride proprio.
La vicenda è ben costruita e ottimamente raccontata ma la vera forza è il personaggio di Isabelle Huppert (e la sua interpretazione). Duro, cinico, ma evidentementi in difesa della propria vita.
E anche i personaggi di contorno funzionano, ognuno col suo ruolo e il suo compito ben preciso nel film. Notevole ad esempio la cena di Natale con tutti i protagonisti riuniti intorno ad un desco natalizio non particolarmente sentito.