Questo è il classico periodo dell’anno in cui ci troviamo a fare il toto-direttore per il prossimo Torino Film Festival.
Succede ogni volta che un direttore conclude il suo mandato (e spesso anche quando non l’ha concluso).
Da settimane (indelicatamente da TFF ancora in corso e Amelio saldamente in sella) si è fatto il nome di Gabriele Salvatores come successore di Amelio ma oggi a Courmayer il regista Premio Oscar ha fatto sapere che ha un sacco di impegni e difficilmente potrà trovare il tempo di dirigere un festival (per quanto naturalmente il festival di torino è quello che ama di più – ma io non ricordo di averlo ami visto da queste parti – in assoluto) ed assoldare un direttore che già in partenza dichiara di non avere molto tempo a disposizione non è il massimo per una buona partenza.
Tocca quindi tenere pronte le alternative.
Altrove si fanno i nomi di Verdone e Virzì sparando un po’ nel mucchio ed il ritorno di Steve Della Casa, soluzione fatta in casa e garanzia di qualità e continuità.
Ma, dico io, visto che da più parti è stata riconosciuto l’ottimo lavoro svolto da Emanuela Martini negli ultimi sei anni (anni incredibilmente in continua crescita di incassi e presenze), visto che il lavoro grosso sia con Moretti che con Amelio è stato il suo, visto che ormai conosce perfettamente l’ambiente.
Visto tutto ciò, dico sempre io, e se chiedessimo a lei di fare il direttore del prossimo Torino Film Festival?
L’idea non è campata in aria… certo bisognerebbe convincere l’assessore Coppola che il nome di un regista affermato che porterebbe con se il seguito di giornalisti e curiosi non è così fondamentale per la riuscita qualitativa del festival, ma questo è il solito discorso e la solita diatriba.