Se in Lao Shi eravamo alle prese con la burocrazia, in Deadweight siamo alle prese con il lavoro che costringe a fare cose che sappiamo bene non si dovrebbero fare, per logica e per regolamento. Sempre in una società sbagliata ci troviamo.
Axel Koenzen ci porta su una nave da carico, quelle che trasportano impensabili quantità di enormi container. Arriviamo in porto, bisogna scaricare, ma i tempi sono stretti e se non si riparte in fretta si perdono soldi e se ne pagano le conseguenze (la compagnia non vuole sentire ragioni), così il capitano decide di dare ordine ai suoi uomini di aiutare i portuali… senza aspettare l’arrivo delle autorizzzioni del caso.
Ovviamente uno dei marinai ci rimane secco.
Koenzen se la prende comoda e ci mostra il lavoro sulla nave, le difficoltà, la durezza, senza fretta. Arriva al momento clou quando serve e poi ci racconta una storia diversa.
Le accuse, l’assicurazione, i sensi di colpa e le effettive responsabilità del capitano. Tutto su toni pacati, al freddo, nell’umido. Anche in questo caso non abbiamo risposte ma la netta sensazione di vivere in un mondo in cui le regole non corrispondono alle necessità e le necessità non corrispondono alla logica… e nulla corrsponde a quello che dovrebbe essere una vita decente