Con Computer Chess siamo davvero di fronte a qualcosa di curioso. Il film di Andrew Bujalski è a tutti gli effetti una sorta di ricostruzione di cosa avrebbe potuto essere una riunione tra programmatori di computer all’inizio degli anni ’80, in particolare tra programmatori di software capaci di giocare a scacchi. Solo che da qui si parte e poi nel film c’è molto altro.
C’è ad esempio tutto uno spazio che sfiora il grottesco, occupato in buona parte dal personaggio del programmatore indipendente e sfigato, che non trova la sua camera prenotata in albergo ed è costretto a girare per due giorni da una stanza all’altra, tampinato dai gatti ai quali è allergico.
Ci sono poi diversi momenti ironici ed anche divertenti (penso al ragazzino circuito dalla coppia).
E naturalmente c’è tutto l’aspetto legatao alla vicenda centrale. Il meeting, la gara, il tentativo dei programmatori di arrivare a creare un software capace di battere l’uomo.
La cosa è molto sviluppata, dettagliata, entriamo nelle menti dei programmatori e ci viene mostrato quello che pensano, le difficoltà incontrate, i sogni, i sotterfugi.
Solo che tutto questo si mischia a storie parallele tra l’illogico ed il B-movie (cui Computer chess sembraispirarsi in maniera diretta).
Inoltre Bujalsky se la gioca tutta con un bianco e nero sporco, come se fosse documento d’epoca, per di più in 4/3.
Una roba insomma da vedere, anche se nell’insieme è piuttosto noioso.