Dal Torino Film Festival agli Academy Awards

Un po’ di giusto orgoglio per il nostro Torino Film Festival e per il suo direttore Gianni Amelio (senza dimenticare Emanuela Martini che è poi quella che va davvero in giro a scovare i film).

Un po’ di giusto orgoglio perchè anche quest’anno sono diversi i film passati a Torino che si sono poi guadagnati una o più nomination per gli Oscar.

Segno incontrovertibile dell’occhio buono dei nostri direttori ma anche (e in questo caso direi soprattutto, visto che stiamo parlando di pellicole di grosso richiamo internazionale) segno dell’importanza che il festival torinese ricopre nel mondo.
Mi spiego meglio: se le case di produzione/distribuzione hanno accettato di mandare film di questa importanza al TFF è perchè lo ritengono un festival importante che può dare lustro ai loro profotti.

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Il bando del Valsusa Film Fest

C’è un festival tra i tanti a cui sono particolarmente legato per un motivo estremamente pratico: nel periodo in cui mi dilettavo a realizzare cortometraggi per ben due volte mi selezionarono per la partecipazione.
Parlo del Valsusa Film Fest.

Il Valsusa Film Fest è un festival aperto a tutti e che pone l’attenzione sulla salvaguardia del territorio e della memoria storica.
Le quindici edizioni passate hanno dimostrato che i due temi non sono così lontani tra loro come potrebbe sembrare ad un lettore disattento.

Il tema guida di quest’anno è Terre contese, quanto mai attuale.
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Presentate i vostri Lavori in corto

Mi fa piacere segnalarvi un concorso per cortometraggi che mi sembra meritevole.
Si chiama Lavori in Corto ed è aperto a tutti i giovani che vogliano presentare un corto che parli di lavoro come strumento di inserimento sociale con particolare attenzione per immigrazione ed emigrazione.

Vi riporto uno stralcio del comunicato stampa. Leggi tutto “Presentate i vostri Lavori in corto”

La crisi mette a rischio i nostri festival?

Siamo alle solite!

Si arriva a gennaio e si ventila l’ipotesi di drastico ridimensionamento se non di chiusura di qualcuno dei festival cinemtografici cittadini.
Quest’anno è il turno di GLBT e CinemAmbiente, mica robetta.

Il problema sembra però essere un po’ più serio del solito (e già “il solito” non è che fosse una bellezza).
Durante l’ultima riunione la Fondazione che cura il Museo Nazionale del Cinema (e che gestisce anche TFF, GLBT e CinemAmbiente) non è riuscita a chiudere il bilancio.
I costanti cali di immissione di denaro da parte di Regione e Comune quest’anno subiranno un ulteriore colpo (pare 2 milioni sui 15 rimasti).
Considerando che i tre festival vivono con l’incredibile cifradi 3,5 milioni di euro (2,5 per il TFF, 550.000 per il GLBT e 400.000 per CinemAmbiente) è evidente che un ulteriore sottrazione non sarebbe sostenibile.
E visto che il TFF è giustamente intoccabile, le vittime sembrano predestinate.

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Solita abbuffata di Oscar per la ViewFest

Capita un po’ tutti gli anni, ma quest’anno stiamo parlando di cifre veramente importanti.
La ViewFest (e View Conference), lo abbiamo detto più volte, ha ormai raggiunto un tale livello di notorietà mondiale e parteciparvi è un segno riconosciuto di qualità a tal punto che le grosse case di produzione fanno a gara per essere a Torino.

Con queste premesse è quasi ovvio che poi ritroviamo alla notte degli Oscar un bel numero di protagonisti che sono passati prima sotto la mole.
Come detto però quest’anno le cifre sono davvero in grado di inorgoglire la direttrice Gutierrez.

Si parte (ma questo era praticamente scontato) con La Luna di Enrico Casarosa (Disney/Pixar), che è nella rosa dei corti che si giocheranno l’Award per il Miglior Cortometraggio Animato a Los Angeles.
Solo che a fargli compagnia ci saranno anche due dei corti vincitori del VIEW Award 2011: A Morning Stroll di Grant Orchard (Studio AKA) e Paths of Hate di Damian Nenow (Platige Image) completeranno infatti un terzetto di grande livello.

Poi ci sono i film pre-selezionati per i Lungometraggi di Animazione e tra i 18 scelti ben cinque sono passati da View a vario titolo. Si tratta di Le Avventure di Tintin, Cars 2, Kung Fu Panda 2, Rango e Rio, titoli che è facile prevedere di ritrovare anche nella selezione finale.

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Torino Film Festival 29 – considerazioni finali

Vi dovevo qualche conclusione sul Torino Film Festival di quest’anno.
I dati ufficiali dicono 6% in più di spettatori, 191.000 euro di incasso, 25% in più di giornalisti accreditati.

Numeri che stanno ad indicare che il nostro festival è andato alla grande.
Impensabile l’aumento di pubblico (costante ormai da cinque edizioni), ed evidentemente le continue polemiche su tappeti rossi e star presenti hanno anche sollevato quell’attenzione che l’assessore Coppola ritiene fondamentale.

La mia impressione è che in realtà i grossi quotidiani abbiano abbastanza snobbato il TFF (forse più ancora degli altri anni), ma a questo siamo abituati ed i giornalisti presenti evidentemente si sono goduti i film ma non ne hanno scritto moltissimo.
Ad onor del vero mai come quest’anno la sala stampa è stata piena di gente.

E i film? (che lo sapete che a Torino quello che conta sono i film!)
La qualità media è stata molto alta (ma questa non è una novità), non mi sono però quest’anno imbattuto in quel film che ti lascia a bocca aperta e che ricordi per gli anni a seguire.
Potrebbe anche essere un caso.

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Torino Film Festival 29 – l’arduo compito dei giurati

Ho capito quanto è difficile essere giurato in un concorso cinematografico grazie alla mia esperienza al ToHorror Film Fest, quando mi trovai a dover giudicare film profondamente diversi tra loro.

Capisco quindi benissimo le difficoltà (ancora maggiori) che staranno affrontando in questi giorni Jerry Schatzberg ed i suoi soci nel giudicare i film in concorso al Torino Film Festival.

Per il momento tra i film in concorso che ho avuto modo di vedere c’è una varietà di generi e situazioni davvero incredibile.
Impensabile pensare di poter giudicare con lo stesso metro The Raid e Ulidi piccola mia, Attack the block e Three and a half.
Sono pellicole talmente diverse tra loro, per genere, significato, obiettivi, stile che è impensabile usare la stessa scala di giudizio.

Eppure non me la sento di contestare Gianni Amelio per la scelta fatta.
Ha più volte detto che ci sono film belli e film brutti e su quello bisogna giudicare, ed obiettivamente la cosa è innegabile.

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Torino Film Festival 29 – appunti in corsa

Qualche riflessione al volo su quello che è stato finora il Torino Film Festival (siamo ad un terzo della manifestazione).

Sale piene, quasi sempre quasi per ogni tipo di film.
Da sempre il TFF ha una grande attenzione ai film ed è difficile imbattersi in una fregatura. Il pubblico lo sa e riempie le sale.

L’organizzazione dei biglietti blu per accreditati e abbonati ha praticamente cancellato le code davanti alle sale.
Il sistema è stato rodato l’anno scorso ed ora funziona bene.
Per evitare la coda per prendere i biglietti blu per evitare la coda basta non presentarsi nella prima ora di apertura delle casse ed il gioco è fatto.

Tra le cose negative ci metto sicuramente la mancanza della navetta, che era funzionale e comodissima.
Non so da cosa dipenda (problemi con FIAT?) ma è un peccato che manchi (sebbene camminare per le vie di Torino avanti e indietro sia uno spettacolo!).

Poi le polemiche immancabili.
Si è cominciato con quella su Penelope Cruz, si è continuato con la scomparsa di Aki Kaurismaki (a proposito il suo film non mi ha entusiasmato) ed è di ieri il clamoroso taglio della proiezione per la stampa del film con Fabio Volo (vomitevoli problemi di anteprime e di autorizzazioni a scrivere)

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Affaire Penelope Cruz: alla fine vince Coppola

Ma Penelope Cruz la si nota di più se non viene o se viene e si mette sul palco davanti a tutti?
L’ex direttore del Torino Film Festival Nanni Moretti l’evrebbe forse commentato così il pasticciaccio sulla presenza dell’attrice.

Alla fine l’ha spuntata Michele Coppola e la Cruz ci sarà alla serata d’apertura del TFF29, sul palco con Sergio Castellitto a consegnare il premio ad Aki Kaurismaki.
Immagino che questa sia stata la scappatoia trovata da Gianni Amelio per giustificare la presenza sul palco di un’attrice che non ha film al Festival.

Il mio pensiero sulla faccenda l’ho già detto, ora non ci resta che dimenticare l’inutile pasticcio e attenderci che tutti i giornali del mondo oggi facciano titoloni sulla presenza di Penelope Cruz al Torino Film Festival, visto che questo è l’obiettivo dichiarato di Coppola.

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Riflessione sul poco glamour al Torino Film Festival

Provo a lasciarvi una veloce riflessione su quello che sarà l’evento culturale torinese ed italiano dei prossimi giorni.
Alle porte c’è infatti la ventinovesima edizione del Torino Film Festival.

Per tutto quello che riguarda il programma, i film da scegliere, gli orari e quant’altro vi rimando al sito del festival (e buon lavoro, perchè scegliere tr ai più di 200 film in cartellone non è cosa facile).
In questa sede vorrei invece fare due chiacchiere sulla storica mancanza di glamour del nostro festival.

La polemica è vecchia e man mano che il TFF cresce negli apprezzamenti della critica e nel numero di spettatori puntualmente ritorna con qualcuno (solitamente un politico) che tira fuori la solita frase: “Dobbiamo portare a Torino i grandi nomi del cinema mondiale”.

Quello che misteriosamente sembra sfuggire ai suddetti è che Torino non è Venezia e tantomeno Roma (si parla di festival), gli obiettivi sono diversi.
Il Torino Film Festival non è mai stato una vetrina per gli attori di Hollywood, non abbiamo – ad esempio – mai avuto una passerella.
I grossi nomi ci sono sempre stati, ma invece di guardarli sfilare in vestiti da sera e fotografarli si èe sempre preferito incontrarli in un bar di via Po col giaccone pesante e scambiarci magari anche due chiacchiere.

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