Ammetto che mi è un po’ sfuggito il senso di C.O.G.. Il film di Kyle Patrick Alvarez è un film sul fanatismo religioso? Sul cambio di vita? Sulla provincia americana? Forse un po’ di tutto questo, però…
Un fighetto di città molla tutto e si trasferisce in campagna. Si presenta ad un’azienda che produce mele e dice di voler staccare un po’, di voler sporcarsi le mani.
Così il tipo lo mette a raccogliere mele, ma poi finisce che lo sposta alla selezione e poi ancora un po’ più su, fino a quando non si incasina tutto ed è costretto a fuggire.
A quel punto viene aiutato da un predicatore di strada, uno di quei personaggi che vi fermano per convincervi che Gesù vi salverà. E lui è ateo e allora cerca solo di sfruttare la situazione al meglio, però poi succede qualcosa ed allora le cose cambiano…
Di cose nel film ce ne sono tante, forse troppo.
C’è la fuga dalla frenesia della vita moderna, il ritorno alla campagna, c’è il lavoro dei migranti sudamericani, un filo di razzismo. C’è poi l’omosessualità, la rigidità della mentalità di campagna.
E ancora naturalmente il fanatismo religioso, con questo personaggio che lavora la giada, predica il bene e l’amore universale e poi però si fa ospitare da anni in una casa (i cristiani devono accogliere) ed è facile all’ira (molto facile a dire il vero). Un personaggio non proprio positivo.
E ancora c’è il mistero sulla vita precedente del protagonista. Cosa ha lasciato alle sue spalle?
Insomma un sacco di roba, davvero tanta, al punto che si rischia di fare confusione e non capire dove davvero il film voglia arrivare.