E’ un buon melodramma classico questo BROOKLYN. John Crowley racconta una storia personale di immigrazione a metà del secolo scorso e lo fa con i toni tradizionali, usufruendo però della migliore Saoirse Ronan di tutta la sua carriera.
Abbiamo la giovane irlandese che lascia il suo paese per trasferirsi in Irlanda. E’ timida, provinciale, ha lasciato la madre e l’amata sorella e il mondo che l’accoglie è completamente nuovo, diverso, rutilante, in movimento. Ci vorrà un po’ ad abituarsi ma la ragazza ha stoffa e riuscirà a farcela.
Così quando torna a casa per motivi che non vi rivelo si trova nella condizione opposta: lei è moderna e porta gli occhiali da sole, i suoi concittadini sono rimasti pettegoli e antichi.
Due mondi a confronto, la ccrescita di una ragazza. Il sogno di una vita diversa. Tutto condito da un grande amore, da rivalità, egoismi, gelosie. Insomma la vita normale in un momento non facile. Il coraggio per riuscire a venirne fuori.
La Ronan punta ad una nomination agli Oscar ma non sono male nemmeno i costumi e le scene.
Ottimo poi il finale che chiude il cerchio sancendo la maturità raggiunta dalla protagonista.