Calcio e omosessualità. Il massimo dei tabù della società di oggi. E infatti l’organizzazione del Lovers all’incontro abbinato a The pass non è riuscita a portarre nemmeno un calciatore (ovvio) o un ex calciatore (meno ovvio) o un dirigente (folle).
Il film di Ben A. Williams è un film estremamente teatrale. Tre scene in tre luoghi chiusi. Due attori o poco più. Tutto si gioca sui dialoghi, sulla presenza scenica (molto importante) dei due protagonisti e sui loro movimenti.
Incontriamo i due protagonisti, giovani e promettenti calciatori, in una stanza d’albergo la notte prima di un match decisivo per il loro futuro. La notte si svolge tra giochi, scherzi, prese in giro e un avvicinamento anche (e soprattutto) fisico, inconfessabile.
Ritroviamo uno dei due cinque anni dopo. E’ in uno dei suoi maxi appartamenti, perchè ora è diventato ricco e famoso. Con lui c’è una ragazza rimorchiata quella sera. E’ sposato,ma vedremo che il punto della faccenda non è la moglie e nemmeno l’amante, piutosto l’immagine che deve mostrare al mondo.
Terza scena, cinque anni dopo. Di nuovo i due protagonisti. Una vera e propria resa dei conti tra carriere, rapporti, sogni, vita.
Al centro di tutto il loro rapporto e l’impossibilità di rivelare al mondo le loro inclinazioni sessuali. Che altro aggiungere?