Henry Gamble’s Birthday Party è a mio avviso un’occasione persa. Con le premesse su cui ha impostato il film Stephen Cone avrebbe potuto tirar fuori una commedia dissacrante e devastante. Ha invece preferito tenere i toni bassi e prendersi un po’ sul serio, con un risultato che è comunque buono ma non clamoroso.
E’ il compleanno di Henry e si festeggia nella piscina della ricca casa di famiglia. Pian piano arrivano tutti gli invitati, adulti e ragazzi. E tutti, o quasi, fanno parte della locale comunità cattolica. Intorno alle attività della chiesa ruota tutta la loro vita, tutti partecipano, tutti vivono irreprensibilmente. O quasi…
Si, perchè pian piano viene fuori che il moralismo che pervade questa combriccola (che vorrei tanto fosse) improbabile è assolutamente fittizio. Non si deve parlare di sesso prima del matrimonio, non si beve alcool, niente canali che mostrano baci in televisione. Solo scuole cattoliche.
Poi però si scopre che un bicchierino ogni tanto, che i ragazzi un pochino di sesso… che in fondo anche gli adulti…
Pian piano che la giornata prosegue si sgretolano tutte le certezze e si scopre che lì dentro nessuno dei presenti vive come vorrebbe far credere agli altri.
La partenza mostra i giovani un po’ più liberi degli adulti ma il proseguio della vicenda scopre gli altarini.
In mezzo c’è un ragazzo che tutti sanno essere gay e che “accolgono” da sempre come fosse un malato di cui avere compassione. Ma vi toglieri il piacere della scoperta a raccontarvi oltre…