Tre amici (diciamo diciottenni?) hanno appena finito una partita di pallone e vanno verso casa. Prima però si fermano al parco per farsi una canna (che non hanno) e qui uno dei tre perde le chiavi di casa. Parte così SOPLADORA DE HOJAS e Alejandro Iglesias Mendizábal riesce da questo quadro fisso a creare una storia geniale.
Il film si svolge tutto su questa premessa e intorno alla ricerca delle chiavi. Da qui si sviluppano piccole situazioni che iniziano e si concludono (non sempre) per poi tornare al parco, alle foglie e alle chiavi.
Sullo sfondo, come obiettivo di giornata, la partecipazione al funerale di un amico, detto Higuita perchè giocava in porta, morto in un incidente in moto.
Riuscire a rendere il clima del film è difficile. I dialoghi sono splendidi, divertenti, coinvolgenti, come pure le situazioni che si vengono a creare. Piccoli episodi, come detto, il più ciccio dei tre innamorato della vicina dalle belle gambe, il ricciolo con la fidanzata assillante, il terzo che vuole sembrare adulto ma si perde continuamente nelle sue debolezze. E ancora una serie di litigi, una puntura ‘insetto, il “soffitatore per foglie” del titolo, un poliziotto corrotto, il funerale, la battaglia con le scope.
Una giornata qualunque che però finisce per essere fondamentale, finisce per essere il giorno della svolta, della crescita, anche se questa non è evidente e non è probabilmente risolutiva. Splendidi i tre giovani protagonisti.
Dovesse capitarvi sottomano questo davvero non perdetelo.