Nel piano del Governo per gli aeroporti italiani Caselle è un uno scalo strategico, Levaldigi ha un futuro incerto

Repubblica ha anticipato il piano del Governo per per la chiusura e razionalizzazione degli aeroporti allo studio del ministro Passera  che potrebbe essere presentato già al Consiglio dei ministri del prossimo venerdì. Si tratta di un progetto complesso,  finalizzato a razionalizzare la gestione degli scali italiani. Anzitutto, si prevede di passare dagli attuali 60 a un massimo di 40 aeroporti italiani, ma l’obiettivo ultimo sarebbe di arrivare a 33. Gli scali minori sarebbero in gran parte venduti, dismessi, La gestione degli scali passerà agli enti locali, come Regioni e Comuni, sempre che essi abbiano la possibilità finanziaria di coprire i costi. Se non saranno coperti i costi, infatti, non arriveranno più gli aiuti dello stato e se gli enti locali vorranno mantenere gli scali attivi comunque, dovranno trovare nel  proprio bilancio le risorse finanziarie. Il piano pubblicato da Repubblica parla di tre scali internazionali: Fiumicino, Malpensa e Venezia, 13 aeroporti strategici e 8 aeroporti primari.

Per quello che riguarda gli aeroporti piemontesi questi sono compresi nel polo del nordovest che è dominato dagli scali lombardi. Torino, come Genova, rimane uno scalo strategico e quindi manterrà importanti collegamenti nazionali e internazionali. Il futuro di Cuneo Levaldigi è incerto e potrebbe trovare una mission per i low cost e per i voli cargo.

Il Nord-Ovest comprende un poker di scali fondamentali che servono un ricco quanto vasto bacino di utenza: Milano Malpensa, Linate, Bergamo, Brescia. Malpensa si rafforzerà nel suo ruolo di gate intercontinentale e multivettore. In ballo ci sono in totale poco meno di 7 miliardi in opere infrastrutturali. Orio al Serio punterà sempre più sul traffico low cost internazionale. Per Linate è stato invece disegnato un futuro strategico da city airport, al pari di Ciampino, e di snodo privilegiato dalla clientela business diretta in Europa. Il destino di Brescia è invece sempre più legato al traffico cargo; nel lungo periodo potrebbe diventare nuova valvola di sfogo dell’area lombarda se il traffico passeggeri crescerà oltre le aspettative. Torino e Genova saranno considerati scali strategici che manterranno collegamenti importanti nazionali e internazionali, mentre per la struttura di Cuneo il Piano nazionale parla come di uno scalo riservato “alle compagnie low cost e potenziale scalo cargo”. Aosta punterà su una tipologia di passeggeri nazionali e sul “turismo locale”.

Autore: Redazione

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