I tagli della cultura a Torino

Via Repubblica

Cinque fogli fitti di eventi, sigle di associazioni e servizi senza nessun numero. E non si tratta di una dimenticanza. Le cifre, ad oggi, non ci sono. I contributi, assicurati da Palazzo Civico fino allo scorso anno, magari con qualche sforbiciata, sono pari a zero. Effetto dei tagli alle spese della cultura, effetto che l’assessore Fiorenzo Alfieri ha messo nero su bianco, spiegando ai consiglieri della V Commissione tutte le voci ridotte e ciò che, con il bilancio che si approverà a inizio aprile, non avrà neanche un euro di sostegno dal Comune.
Nella lista spiccano eventi di primo piano. Ad esempio? Artissima. L’anno scorso il Comune metteva 110 mila euro per la rassegna di arte contemporanea. Ora zero. Traffic, il free-festival che traslocherà nei giardini della Reggia di Venaria, non riceverà più soldi da Palazzo Civico, ma sarà sostenuto solo da Regione e privati. Oppure il Festival cinematografico Sottodiciotto, che incassava 92 mila euro nel 2008, oppure la rassegna Club to Club, che prendeva 25 mila euro. Non si tratta di cifre enormi, ma la lista è lunga.

Oltre agli eventi di richiamo ci sono poi i contributi. È saltato quello a Torino Città Capitale, mettendo a rischio l’ormai invidiato e storico Abbonamento Musei. La città non è in grado di rispettare il pagamento delle quote nel 2009 per il Castello di Rivoli, per il Museo della Montagna, per Palazzo Bricherasio. Anche i fondi erogati in convenzione vengono meno. Non ci sono i 25 mila euro per il Goethe Institut, oppure i 7 mila per il Centre Culturel Français. Ma la lista, con cifre che oscillano dai 6 ai 26 mila per ogni voce, include le fondazioni Gramsci, Donat Cattin, Rosselli, Luigi Einaudi, Firpo, Fabretti, Fitzcarraldo l’Istituto Salvemini, il Cesmeo (51 mila euro nel 2008), l’Accademia delle Scienze. Zero anche per vari corsi, eventi estivi, rassegne di teatro di strada, il Premio Calvino e l’attività di Sistema Musica.

Un quadro che Alfieri ha esposto in maniera chiara, senza reticenze e polemiche. Aggiungendo che accanto a ciò che non si fa ci sono però degli impegni. Come ad esempio i 2 milioni e 600 mila euro per la gestione della Fondazione Musei, solo per le spese di personale. Un altro milione e 400 mila euro va per la gestione dei musei dell’area metropolitana. Poi ci sono le quote associative per i musei dell’Automobile, della Resistenza e di A come Ambiente, per la gestione delle 18 biblioteche civiche e i corsi musicali. Rivisti anche i contributi in conto capitale rispetto a quanto previsto in un primo momento nel 2008 e poi sforbiciato in corso d’opera. Si tratta dei soldi che vanno alle Fondazioni, in una logica triennale, per investimenti e gestione. A Torino Musei 8 milioni e 400 mila, allo Stabile 6 milioni, al Museo del Cinema 3 milioni, al Regio 6 milioni, a MiTo 2 milioni e 900 mila, 700 mila alla Film Commission, 250 mila al Museo Egizio, mentre alla Fiera del Libro andrà 1 milione.

Ma il quadro non è piaciuto ai consiglieri della Commissione Cultura, presieduta da Luca Cassiani. Molte le perplessità che si possono riassumere nella posizione di Marco Grimaldi di Sd: «Mal contato tra gli impegni obbligatori e quelli per pagare il personale delle fondazioni rimane un milione di euro. Vuol dire che l’assessore non ha possibilità di scelta. Forse hanno più fondi a disposizione le circoscrizioni in proporzione. Non ci sono più contributi per i festival né Traffic né Club to Club. Torino rinuncia alla cultura, mentre la Regione sull’area dà contributi diretti per 26 milioni di euro».