Delle proposte di sviluppo per l’editoria in Piemonte che sarebbero potute andare bene 30 anni fa

Le rappresentanze piemontesi di Cgil, Cisl e Uil, dell’Associazione Stampa Subalpina e di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno presentato a Giuseppina De Santis, Antonella Parigi eGiovanna Pentenero, assessori regionali all’Economia, alla Cultura ed al Lavoro, una piattaforma di proposte per il sostegno al settore dell’editoria e dell’emittenza locale, in grave crisi. 

Le proposte hanno il patetico obiettivo di tenere artificiosamente in vita aziende oramai fuori mercato o obsolete per i cambiamenti del contesto e delle tecnologie. Le parole digitale e innovazione e i contesti che il digitale e l’innovazione comporta sono marginalmente affrontati nel documento. Dopo anni in cui non si è fatto niente per cambiare le cose e spesso si sono avuti soldi poi buttati al vento, è ora che si parli solo di innovazione e digitale e si guardi avanti, dato che sono i cittadini che lo chiedono

Le proposte discusse in Regione
– Pensare ad nuova legge regionale di sistema per il settore, prevedendo anche una riscrittura dell’attuale normativa, che includa verifiche e monitoraggio sulla distribuzione delle risorse, con particolare attenzione al rispetto delle regole e dei contratti di lavoro applicati.
– Aiuti alle imprese che investono in innovazione tecnologica
– Incentivi alla produzione di programmi di approfondimento regionale indirizzati in particolare ai settori cultura, arte, turismo e sport.
– Incentivi finalizzati alla creazione di fusioni, aggregazioni e di reti di impresa.
– Uso dei media locali per la comunicazione istituzionale della Regione.
– Supporto della Regione per l’attivazione dei Fondi europei, ad esempio a promozione del bilinguismo e dello scambio culturale trans-frontaliero.
– Attivare fondi per la riqualificazione dei lavoratori fuoriusciti temporaneamente, o definitivamente, dal mercato del lavoro attivo.
– Prevedere criteri di accesso ai fondi che non escludano i lavoratori che, una volta fuoriusciti, diano vita a particolari forme di auto-impresa quali studi associati, società, cooperative.
– Attivare un meccanismo di finanziamento agevolato tramite il sistema bancario e/o FinPiemonte per chi investa in innovazione tecnologica.
– Promuovere per l’intero settore editoriali una politica industriale a carattere regionale volta alla costruzione di distretti/poli di filiera che consentano di mettere in rete tutte le realtà, garantendo la possibilità di realizzare sinergie su logistica/distribuzione, acquisti, investimenti in ricerca e tecnologia.
– Favorire la collaborazione con le istituzioni culturali e scientifiche presenti sul territorio perché quel che manca in molti casi sono veri e propri progetti editoriali capaci di assicurare un futuro a queste testate.