Vi racconto in due parole la mia mattinata di ordinaria inefficienza nei meandri del sistema italiano.
Fresco papà, dopo aver registrato il neonato in ospedale mi accingo col foglietto stampato in duplice copia dal solerte impiegato del Maria Vittoria ad intraprendere il mio viaggio per i documenti necessari al nuovo cittadino italiano.
Stamattina mi presento all’Agenzia delle Entrate (la sede di via Sidoli) per richiedere il codice fiscale e trovo un bel cartello stampato su A4 e appiccicatto sulla porta tra mille altri. Il foglietto mi avvisa che oggi quell’ufficio espleterà solo gli atti e le pratiche in scadenza oggi 4/12/12.
Immagino che il motivo sia l’affollamento esagerato dell’ufficio, ringrazio mentalmente chi ha avuto l’idea di mettere l’avviso fuori dalla porta d’ingresso (e la mia capacità di selezionarlo visivamente tra gli altri mille) evitandomi così un numero imprecisato di ore di coda inutile.
Ormai sono in giro e mi trasferisco all’ASL di competenza (corso Corsica) per fare la scelta del pediatra e non buttare la mattinata.
A scanzo di equivoci anche qui mi rivolgo allo sportello informazioni dell’ingresso prima di prendere il numerino per accedere allo sportello dell’ASL, ed è un nuovo colpo di genio perchè mi viene detto che senza codice fiscale non posso scegliere il medico (ricordate Banana Joe quando cerca disperatamente di farsi rilasciare un documento d’identità? Ecco!).
Due note a chiusura
La prima è che per fortuna il mio lavoro non mi ha costretto a prendere un giorno di permesso in ufficio che avrei evidentemente buttato.
La seconda, e qui veniamo al dunque, è che la tecnologia (semplicissima, eh) permetterebbe all’omino dell’ospedale al quale ho denunciato la nascita di mio figlio (in realtà anche al reparto al piano superiore dove mi hanno consegnato un foglio da prtare al piano di sotto) di schiacciare un tasto e farmi recapitare a casa codice fiscale del bambino e nome del pediatra.