La storia di Pimpa, la gatta con la “P” di Jessica Ponzo

Pimpa
Pimpa

La redazione di “Quattro zampe e dintorni” vi propone, con piacere, il racconto, allegro e positivo, di una delle nostre lettrici che ha partecipato al mini contest, concorso per lettori, felici proprietari di animali domestici, lanciato da Quotidiano Piemontese per raccontare il rapporto speciale tra bipedi e quattro zampe. Dopo aver letto tutte le storie pervenute alla nostra mail entro la data stabilita, abbiamo scelto quella della gatta P e della sua famiglia, composta da Jessica Ponzo, giovane psicologa di Carmagnola, nel torinese, autrice del racconto, e da suo marito Emanuele. Complimenti a Jessica e grazie da tutti noi, umani e non. Ecco la storia di P.

La Pimpa, detta P, è entrata nelle nostre vite il 2 giugno 2010. Lei era un batuffolino di due mesi con tutto il pelo arruffato e due occhioni sgranati, a tratti emozionati ed impauriti. Io avevo lasciato da poco la casa dei miei genitori e stavo iniziando una nuova vita … andavo via di casa per andare a vivere con il mio Emanuele, che dopo un annetto sarebbe diventato anche mio marito. Un inizio speciale, reso ancora più speciale da questo micino meraviglioso.

Da allora sono passati quasi tre anni e la Pimpa ha accompagnato e reso unico ogni momento della nostra giornata. Al mattino la sveglia suona senza pietà alle 6… e il suo suono non è driiinn come tutte le sveglie del mondo ma un “ MIA’- MIA’-MIA’” , ritmico e regolare intervallato da un “ pur-pur-pur-pur” intenso che ricorda quello di un frullatore. Il segnale è chiaro: la Pimpa sta “ morendo” di fame. Infatti una sua caratteristica fondamentale è che è sempre affamata e di conseguenza è bella tonda e cerca di stare perennemente a dieta come, ahimè, la sua mamma! Quando torno dal lavoro, scendo dalla macchina, sbircio da lontano e spesso lei è già dalla finestra che mi guarda con quegli occhietti vispi,curiosi e limpidi nei quali io leggo sempre chiaramente la domanda che mi vuole fare “ Mi hai portato della pappa buona?”.

Entro in casa, accarezzo la P e tutto si addolcisce: i problemi, le preoccupazioni, i pensieri… tutto sparisce… anche perché lei con un “pruuuuuuu”, stile martello pneumatico, mi ricorda che è l’ora della merenda.

Alla sera, una volta coricati, ci raggiunge silenziosamente a letto, prima attraversa le nostre gambe e poi decide su quale coricarsi e fare bei sogni. Sentire il suo corpicino caldo è una delle sensazioni più belle al mondo, ti trasmette serenità e quel tepore necessario per lasciarsi andare alla notte.

Al mattino, dopo aver mangiato (!), le facciamo una carezza prima di uscire di casa e lei puntualmente fa “ MIAO”, un miao speciale che assomiglia tanto ad un “CIAO”!