In questi 25 anni il colino della Virginia è stato depennato dalle specie cacciabili poiché protetto dalla Comunità europea. La minilepre, invece, è stata aggiunta nel 1996 tra le specie cacciabili. Ora, in caso si raggiunga il quorum di cui dubitano in molti vista anche la poca visibilità offerta all’argomento, e vincano i “Si”, preferenza con cui si intende accettare la modifica alla legge sulla caccia, in Piemonte rimarrebbero 4 specie cacciabili: cinghiale, lepre, fagiano, minilepre.
Fatte salve, però tutte quelle opportunità di intervenire sulla fauna selvatica con abbattimenti di controllo onde evitare danni alle attività agricole.
Inoltre, si stabilisce il divieto di caccia la domenica. Scelta legata soprattutto alla necessità di evitare situazioni di pericolo ai danni di escursionisti, famiglie in gita, camminatori, amanti della natura disarmati, cercatori di funghi, etc.
Divieto di cacciare su terreno coperto da neve esteso anche a volpi, ungulati e fauna alpina.
Limitazione ai privilegi concessi alle aziende faunistico-venatorie.
Ricapitolando, il referendum, se i “Si” vincessero avrebbe queste conseguenze:
– Divieto di caccia per 25 specie selvatiche
– Divieto di caccia la domenica
– Divieto di cacciare su terreno coperto da neve
– Limitazione ai privilegi concessi alle aziende faunistico-venatorie
Il comitato promotore, composto da PRO-NATURA, LAC, LAV, LIPU, LEGAMBIENTE, ITALIA NOSTRA, RADICALI ITALIANI, WWF e altre associazioni animaliste e non (qui l’elenco di tutti gli aderenti: http://www.referendumcaccia.it/adesioni/), sta organizzando nelle piazze piemontesi banchetti informativi in vista delle votazioni e, per l’occasione, “sfoggia” anche una delle più famose ambientaliste Margherita Hack che, in un breve video, invita i piemontesi a votare contro la caccia spiegando quelle che lei ritiene essere ragioni valide per scrivere, sulla scheda, SI.
Il video di Margherita Hack: http://www.youtube.com/watch?v=QEkdqUoCHfs