Trovare donatori: un cosa da fare e da fare per benino

La raccolta fondi, si sa, è una cerniera fondamentale in un’organizzazione non profit che voglia crescere in modo sano e strutturato. Come dimostrano paesi in cui il fund raising è più maturo, come gli Stati Uniti e l’Inghilterra, il potenziale è grande, sia in termini di nuovi donatori, sia in termini di aumento degli importi da parte di chi dona già.

Dal rapporto annuale Money for Good da poco pubblicato della società americana di consulenza strategica nel non profit Camber Collective, disegnare con precisione la raccolta fondi conoscendo i comportamenti e le motivazioni dei donatori aumenta enormemente le possibilità di successo di una campagna di raccolta fondi. L’indagine, che ha effettuato 50 interviste e una ricerca online a cui hanno risposto 3 mila persone con un reddito superiore agli 80 mila dollari, è finanziata niente di meno che dalle fondazioni Bill and Melinda Gates, McArthur, William and Flora Hewlett e F.B. Heron.
Le risposte rivelano la necessità di definire e predisporre una strategia di raccolta fondi sistematica e organizzata in grado di motivare adeguatamente l’intervento dei possibili benefattori: infatti un donatore su due (49%) è preoccupato circa come viene utilizzata la sua donazione, uno su tre (34%) si considera troppo sollecitato da richieste di donazioni e uno su cinque (20%) non è sicuro circa chi sia il beneficiario della donazione, il 61% preferisce donare a organizzazioni ben conosciute.

Si conferma quindi che un consistente programma di comunicazione a sostegno della riconoscibilità e della reputazione dell’organizzazione è strumentale per attrarre donazioni e innescare una leva di crescita. Avvicinare donatori e beneficiati, spiegare come lavora l’organizzazione, dare massima diffusione e trasparenza ai bilanci, organizzare visite dei donatori per far conoscere i benefici dell’intervento sono alcune delle aree su cui occorre investire tempo ed energie.

3 settembre 2015