Osteria Bistrot del Castello

Osteria Bistrot del Castello
Via G. Grandi, 30 – Rivoli (To)
Tel: 011-9587648 – 338.9684742 – 334.5865886
Da giugno a settembre chiuso la domenica; da ottobre a maggio aperto anche domenica a pranzo

 
VOTO FINALE: 6+

 

ATMOSFERA [VOTO: 7]

In un vicolo ai piedi del Castello di Rivoli, un bistrot tranquillo, grazioso, elegante, con arredi classici e qualche guizzo di originalità, come il pianoforte bianco incastonato nel soffitto. L’età media è da circolo di bocce, ma può essere un’ideale rifugio anche per giovani coppie in cerca di intimità. Unica nota stonata, il profumo che permea il locale, non proveniente dalla cucina, come ci si aspetterebbe, ma da un erogatore di essenze: totalmente fuori luogo.

CUCINA [VOTO: 6]

La cucina del Bistrot non decolla mai. Le portate, presentate con cura, promettono molto bene, ma non lasciano traccia in fatto di sapori e sensazioni. Il menu spazia dalla terra al mare, con abbinamenti anche originali sulla carta (la carbonara con gli asparagi, la battuta di fassone con le puntarelle di catalogna…). Tra gli antipasti, una ricca insalata di gamberi e carciofi freschi con scaglie di parmigiano condita con limone e un flan di ricotta e radicchio, entrambi gradevoli ma non al punto da strappare l’applauso. Il risotto al lampone e passito di Pantelleria è molto invitante, ma il riso è quasi scotto e privo di un elemento di acidità: il risultato finale ricorda uno yogurt alla frutta. I tonnarelli alle vongole sono impreziositi da un delicato pesto alle cime di rapa, ma anche qui manca qualcosa che solletichi le papille. Con il dolce si recupera: la tarte tatin alle pere è succulenta, in versione con pasta sfoglia anziché brisé. Deludente il dolcetto delle Langhe che accompagna il pasto. Piacevole l’idea del pane carasau all’olio e pepe offerto a inizio pasto. Il pane, presentato in varie forme e contenuti (anche al cioccolato), è fatto in casa.

STAFF [VOTO: 7]

Il titolare, solo a gestire la sala, è serio e professionale. I tempi si allungano un po’, ma la cortesia compensa.

PREZZI [VOTO: 5]

35 euro a testa per un antipasto, un primo, un dolce e mezza bottiglia di vino risultano eccessivi a fronte di una cucina che non convince.

PIATTO FORTE

La tarte tatin in versione pasta sfoglia, servita con panna montata, invita al bis.

PIATTO DEBOLE

Ampi margini di miglioramento sul risotto.

TOILETTE [VOTO: 8]

Raffinata, pulita, con il tocco di classe degli asciugamani in spugna monouso.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

La definizione “osteria” è fuorviante per il cliente, che si aspetta una cucina verace e low-cost. Perché avere paura della parola “ristorante”?

Osteria La Cena coi Fiocchi

Osteria La Cena coi Fiocchi
Via Spano, 16
Tel. 011 3187993
Chiuso la domenica
 
VOTO FINALE: 7/8
ATMOSFERA [VOTO: 8]
Il gioiellino che non ti aspetti in una zona periferica della città (Stadio Olimpico). Un’unica sala calda e accogliente, molto curata, dominata dai colori giallo e azzurro, dove niente è lasciato al caso. Sui tavoli allestiti con gusto, belle stoviglie, piantine di spezie e cestini di pane nero e bianco fatto in casa.
CUCINA [VOTO: 7]  
Cucina di sostanza, semplice ma non banale, preparata e presentata con sapienza e servita in porzioni molto generose. Un matrimonio ben riuscito tra Piemonte e Sicilia. Ecco, allora, il vitello tonnato accanto alla spadellata di calamari e mazzancolle, il carpione alla piemontese accanto alle delicate sarde a beccafico (accompagnate da una lussuriosa caponata di melanzane), il flan di porri con fonduta accanto al pesce sciabola al forno. La specialità della casa è la pasta con le sarde, imperdibile, ma il ricco menu propone anche spaghetti alle vongole, strozzapreti astice e aragosta, un buon risotto alla pescatora, gnocchi al ragù di salmone, i classici agnolotti al sugo d’arrosto. Tanto pesce anche tra i secondi: su tutti, uno scenografico fritto misto di baccalà, calamari, gamberi e carciofi. I carnivori trovano le costolette di agnello alla milanese o la tagliata di manzo accanto a proposte più insolite come il camoscio con polenta, le lumache alla parigina con cosce di rana fritte, la trippa alla fiorentina. Contorno ideale, l’insalata di finocchi, arance e cipolla rossa. Anche i dessert sono coi fiocchi: il top è la cassata siciliana, accanto a classici come il bonet e la torta alle mele e ad esperimenti come il tiramisù al mandarino. Su tutti domina lo zabajone caldo preparato al momento, direttamente a tavola, con frusta e paiolo di rame: superlativo! Da tenere d’occhio le serate a tema, come quelle sul salmone selvaggio del Canada o sul bollito misto. Ottimo vino della casa. Menu specifici per vegetariani e intolleranti al glutine.
STAFF [VOTO: 9]
Parole d’ordine: rigore e cortesia. Siamo lontani anni luce dai ristoratori improvvisati delle zone trendy. Questa è gente che conosce il proprio mestiere e lo fa con passione. Agli occhi attenti della titolare non sfugge nulla. La cura del cliente è maniacale e i giovani camerieri sono controllati a vista e ripresi immediatamente in caso di trascurabili défaillance. Tante, piccole inattese coccole: la focaccia fatta in casa e un assaggio di salame offerti prima dell’antipasto, l’invito ad una seconda porzione di zabajone, lo zibibbo a fine pasto e, al commiato, l’omaggio di una piccola pianta agli uomini e di fiori alle donne. Dove si è visto mai?
PREZZI [VOTO: 7]
I prezzi leggermente più alti della media sono a

mpiamente compensati dalla qualità dei piatti e dalle porzioni decisamente abbondanti.

PIATTO FORTE
La cassata siciliana con ricotta di pecora, in versione senza pasta di mandorla e quindi meno stucchevole: da leccarsi i baffi.
PIATTO DEBOLE
Il vitello tonnato segue alla lettera la ricetta classica, ma il risultato è da pranzo di nozze.
TOILETTE [VOTO: 9]
Profumata, pulita e curata. Collutorio e spazzolini monouso a disposizione dei clienti.
CONSIGLIO NON RICHIESTO

Se tenessero aperto la domenica sera, rasenterebbero la perfezione.