Si tratta più o meno di capire se, quanto e cosa di quello che le donne dicono gli uomini ascoltano.
La differenza dovrebbero farla, almeno un po’, gli argomenti. Insomma può essere fastidiosa la logorrea però donne intelligenti, simpatiche e interessanti dovrebbero trovare comunque un pubblico maschile in ascolto.
Una volta si diceva, a torto o a ragione chissà, che le donne indulgessero troppo in chiacchiere futili su estetica e amenità affini ad esempio e che quindi gli uomini fossero indotti a spegnere l’audio per noia o fastidio. Da quando anche i signori sono entrati nel vortice e si dedicano alla bellezza e alla forma fisica più di noi le cose però non sono cambiate. Pare quasi che certe cose pensino siano da fare ma non da mettere al centro della conversazione.
Lungo il cammino dell’incontro tra parti della mela ci sono state donne, scaltre o spontanee non si sa, che si sono appassionate al calcio, trionfo del piacere maschile. Ma anche il campo è risultato freddino: agli uomini piace giocarci a parole tra loro, le donne non possono capirci qualcosa davvero.
Qualcuna, sinceramente o con zelante intraprendenza, ha tastato il terreno del cameratismo: la barzelletta salace, il linguaggio da strada, il cabaret casalingo. E gli uomini per tutta risposta hanno ridacchiato ma si sono intiepiditi sessualmente: se fai ridere assomigli a un amico e non sei sexy.
Altre donne hanno cercato altri canali sui quali sintonizzarsi per migliorare la comunicazione con i gentili signori. Si sono date, con straordinari risultati, all’hobbistica impegnativa dal fai da te trapano alla mano alle imbiancature a pennellessa. Però anche a loro non è andata a gonfie vele. Più che ascoltare i dettagli delle loro prodezze gli uomini si sono limitati a un verso di approvazione. Troppa forza contrasta con la pigrizia del pantofolaio o attenta all’orgoglio maschile: bocciata quindi pure la donna che discorre con competenza di ferramenta o materiale elettrico.
Molte donne non si sono scoraggiate. Unendo l’utile al dilettevole si sono date, anima e corpo, a moto e macchine. E lì si sono sentite a un passo dalla vittoria, tutti gli uomini avrebbero gradito dialogare di motori! Macché, qualche grugnito o, al massimo, un sorrisetto compiacente e basta.
Talune intellettuali hanno creduto nell’asso nella manica: musei, teatro, opera classica. Aiuto! Colti da orrore gli uomini hanno cercato di tappare le loro bocche con cerotti a colla d’urto.
Mi pare di comprendere dagli uomini che si tratti dunque in ogni caso di un problema quantitativo: pur nei casi migliori le donne non hanno il dono della concisione e sprecano parole.
I signori preferiscono la sintesi a caratteri cubitali, ovvero la frase chiara, diretta, praticamente inequivocabile: poche battute che liquidano qualsiasi tema. Le signore, invece, quando si cimentano nella comunicazione breve troncano malamente, subdolamente. Omettono per mettere alla prova l’attenzione dell’uomo, danno per scontato quello che non lo è per rabbia e sfida, fanno la voce stridula perché si stanno forzando contro ogni volontà.
La comunicazione piange, diciamolo.
Ma siamo solo all’atto I°, prima di disperare possiamo riderci su.
Alla prossima puntata!