Non sempre è bello il Natale. Non per tutti è bello il Natale.
Là fuori, c’è una lunga fila di uomini e donne che salterebbero volentieri a piè pari le “feste natalizie”, capodanno incluso. Quelle della magia scontata che in verità, molte volte, non c’è. E non c’è per tanti motivi. Perché non hai più dei cari veri con i quali sentirti davvero sereno, perché hai troppi guai per la testa, perché il tuo spirito non si concilia con il rituale consolidato del Natale comune, perché tutto sommato piuttosto di una farsa di magia meglio nessuna magia.
Così pure qualche abbuffata invece di saziare diventa indigesta. Si cercano orologi che corrano veloci per far volare il tempo e consegnarci in fretta al dopo sbornia. Si inventano buone motivazioni per portare pazienza. Si lavora di fantasia per consegnare al mondo l’idea di un Natale che più o meno valeva la pena di essere vissuto.
Bisogna cavarsela, comunque. Questo perché siamo assolutamente incapaci di ribellione e fuga: a Natale bisogna esserci, lo recita l’unica norma che non viene mai infranta.
Non so se è ridicolo o triste, probabilmente dipende solo dai casi e dallo sforzo richiesto per la sopravvivenza. Però è una catena che sogno si spezzi, per tutti. Per quelli felici che continueranno a festeggiare ma lo faranno per ancora più convinta e appassionata scelta. Per quelli che diventeranno felici potendosi sottrarre alla piccola o grande tortura del copione da calendario.
Che poi almeno sarà Natale nel cuore, fede o pausa che sia. Libero Natale, ecco.
Perché di finzioni e costrizioni è già abbastanza pieno il resto dell’anno…
Forza, il 2 gennaio arriverà.