In bilico tra più generi letterari, quello di Ian Sansom è un libro carico di dolcezza, di ironia, di suspence, di delirio, di genialità.
Una trama intrigante, una narrazione un po’ raffinata un po’ audace, un intreccio di bizzarre umanità rendono la lettura davvero piacevole.
Isrlael Armstrong da Londra arriva a Tundrum, piccola cittadina dell’Irlanda del nord, come bibliotecario. Sembra un sogno che si avvera: finalmente l’incarico che aspettava, il lavoro che era determinato a intraprendere, la possibilità di affermare la sua colta professionalità. Ma Israel Armstrong scopre subito non ci sono né la biblioteca né i libri, che non è facile la relazione con il luogo e i suoi abitanti, che il suo alloggio è la stia dei polli di una fattoria, che la fidanzata lasciata a Londra si è subito dimenticata di lui.
La nuova e surreale dimensione lo terrà “prigioniero” per una lunga avventura: una commedia di equivoci, stranezze, colpi di scena e ordinarie emergenze. Una sorta di bazar di strade, facce, parole, eventualità dove il grasso, goffo, vegetariano Israel Armstrong si ritrova ad annusare, cercare, soffrire, lottare…
Ambientazione suggestiva e profili formidabili in un racconto intenso sulle eccentriche sfumature degli uomini e della vita.
La caccia ai 150.000 volumi scomparsi è solo l’inizio!
Investigatore contro la sua volontà, Israel Armstrong inaugura con questa partenza esilarante le storie del bibliobus di Tundrum: indubbiamente un ottimo invito a proseguire per assaporare gli sviluppi, immagino sempre più sbalorditivi, cuciti da Ian Sansom sulla pelle del bibliotecario più insolito del mondo.
Ian Sansom, Il caso dei libri scomparsi, Tea edizioni.