25 anni fa, nell’Astigiano, venne rilasciata la prima autorizzazione per la stampa delle etichette di un vino biologico. Si celebrano le nozze d’argento, i 25 anni dal primo vino biologico italiano immesso sul mercato.
Era un Moscato d’Asti e proveniva da Bubbio nella Langa dell’Astigiano, prodotto dai vigneti di Gianfranco Torelli, pioniere del bio e vice presidente di Coldiretti Asti.
“Il primo regolamento Comunitario europeo del bio – sottolinea Torelli – è stato il 2092 del 1991 e l’annata vinicola del 1992 è stata dunque la prima a potersi fregiare della dichiarazione in etichetta della dicitura “Vini ottenuti da uve da agricoltura biologica”, quindi il fato ha voluto che il mio Moscato d’Asti Docg annata 1992 fosse il primo vino biologico certificato in Italia. Sono onorato di conservare la prima autorizzazione alla stampa di etichette biologiche rilasciata da Agri.Bio Piemonte che porta il numero “AIB I027 T000001”.
“E’ sicuramente un primato di rilievo e significativo per l’Astigiano – sottolinea Roberto Cabiale, Presidente di Coldiretti Asti – ed è bello che possa essere detenuto dalle uve Moscato d’Asti. Un vitigno che in questo momento subisce il peso di un’immagine legata alla produzione industriale dell’Asti, ma le cui uve, in realtà, sono da sempre prodotte con grande perizia e in quantitativi molto limitati rispetto al rapporto con la superficie. Le uve Moscato d’Asti Docg (e quindi anche i suoi vini) rappresentano l’eccellenza qualitativa ed è pertanto doppiamente significativo che detengano questo primato sul biologico”.