Il Comune di Torino vuole vendere le sue quote della Sagat, la società di Gestione del’aeroporto di Caselle, per fare cassa. Per molto tempo si è sussurato di un percorso possibile, oggi se ne sa di più. Il Comune potrebbe vendere fino al 28% delle quote di Sagat per un valore di circa 70 milioni di euro. Gli acquirenti possibili sono Sintonia spa della famiglia Benetton e il fondo F2i di Vito Gamberale che spera di realizzare una holding aeroportuale del Nord con dentro Torino, Genova, Milano, Bergamo e Verona. Qp ne aveva già parlato qui.
Il pacchetto vale 70 milioni. Quattrini di cui il Comune ha un disperato bisogno. E che potrebbe incassare entro l’estate, perché l’operazione sembra fare gola a molti, e forse nel piano di dismissioni che la città sta avviando per non sforare una seconda volta il patto di stabilità, potrebbe essere una delle meno complicate. La prima pietra è stata posata ieri. Mezz’ora di giunta straordinaria per approvare la delibera che dà il via alla cessione delle quote che Palazzo di città detiene in Sagat, la società che gestisce l’aeroporto di Caselle. Il Comune controlla il 38 per cento che, con l’8 per cento della Regione e il 5 della Provincia, costituiscono il pacchetto di maggioranza pubblica dell’azienda. Con il provvedimento varato ieri, che dovrà ora passare al vaglio del Consiglio comunale – dove pezzi di maggioranza storcono il naso e la strada potrebbe essere in salita – la città si prepara a vendere. Quanto? «Fino al 28 per cento», conferma il vicesindaco Tom Dealessandri, che ha la delega alle partecipate. Valore ipotizzato: 70 milioni.I tempi sono stretti. «Entro fine giugno avvieremo le procedure di gara», spiega il vicesindaco. Termine non casuale, ché il 28 giugno scadono i patti parasociali che regolano i rapporti tra i soci pubblici e privati di Sagat. Patti che andranno rinnovati, anche alla luce dei nuovi assetti della società, visto che anche la Provincia sta cercando di piazzare le sue quote. I pretendenti, per il Comune, non mancano.