La vita in un video. Da Torino agli Usa la sfida a YouTube

da Corriere.it

Due amici che, adolescenti, facevano volare aeromodelli telecomandati sul cielo di Torino e giocavano coi computer. Ora, sulla soglia dei quarant’anni, e dopo aver creato imprese per i collegamenti Adsl via satellite e per la produzione di lampade «intelligenti » disegnate da Giugiaro, partono alla conquista dell’America, provando a sfidare addirittura «YouTube». Quella di Arturo Artom, barbuto imprenditore delle telecomunicazioni e delle tecnologie informatiche e del «creativo» Luca Ferraro, co-fondatore di «Your Truman Show», la loro nuova società, è una favola il cui lieto fine, se ci sarà, è ancora tutto da scrivere.
Gli ingredienti della storia sono promettenti: un software innovativo e italianissimo, messo a punto da sette ingegneri torinesi; la scelta di lanciarlo non in Italia ma negli Usa, nella patria di Internet, attaccando i siti americani in un settore specifico, quello del racconto delle storie di vita attraverso filmati; la furbizia (e la fortuna) di sfilare alla Paramount (che aveva dimenticato di rinnovarli alla scadenza) i diritti all’utilizzazione del marchio del «Truman Show», celebre film interpretato nove anni fa da Jim Carrey.

Certo, una cosa è costruire una buona piattaforma Internet, ben altro è sottrarre a una società della galassia Google (qual è YouTube) una fetta rilevante del mercato dell’ «entertainment» sul web. Quella di avere tecnologia italiana e un mercato quasi tutto all’estero sembra poi, più che una scelta imprenditoriale, una sfida alla forza di gravità. Ma, a ben vedere, è quello che hanno già realizzato negli ultimi anni diverse aziende informatiche italiane come Acotel, Dada (del gruppo Rcs, l’editore di questo giornale) e Buongiorno, che opera ormai in 40 Paesi ed ha appena acquisito l’americana iTouch. Imprese che hanno saputo individuare una nicchia del mercato — in genere quella del software per i telefonini — nella quale diventare leader a livello internazionale.

Artom si è mosso con una logica analoga: ha lanciato la nuova impresa alla fine dello scorso anno, si è trasferito a San Francisco, ha creato nella Silicon Valley un’azienda dalla «carrozzeria» americana per sviluppare e distribuire il software italiano e qualche giorno fa ha annunciato alla conferenza dell’Aspen Institute sull’«information technology » che, terminata la fase sperimentale, «Your Truman Show» è ormai decollato: chiunque può entrare nella piattaforma e depositare il video con la sua storia. Curiosamente, l’imprenditore piemontese ha fatto la sua presentazione proprio davanti al fondatore di «YouTube», Chad Hurley (anche lui relatore al convegno Aspen), che ha cavallerescamente mostrato un grande apprezzamento per la tecnologia italiana (che, evidentemente, minaccia solo per una fetta limitata del business della sua società).

Ma perché i videoblogger d’America dovrebbero fare di «Your Truman Show» la loro casa? La società punta sull’accattivante design italiano del sito, su una nuova tecnologia di «videosurfing» che consente di collegare varie storie per argomento, ambiente o luogo nel quale si svolgono e, soprattutto, su un innovativo sistema di «rating» attraverso il quale il pubblico selezionerà gli autori più dotati e popolari. Artom è convinto che sia questa la ricetta giusta per creare una sorta di «American Idol» (il più popolare concorso televisivo americano) in versione web. Funzionerà? E’ presto per dirlo. Ma in pochi giorni «Your Truman Show» ha già raggiunto i due milioni di pagine su Google ed è stato recensito favorevolmente da alcuni degli esponenti più in vista della «blogosfera». L’obiettivo imprenditoriale della società non è solo quello di attrarre pubblicità, ma anche quello di vendere i suoi contenuti alle società di Hollywood che possono essere interessate a portare in tv o sul grande schermo le storie che il pubblico trova più drammatiche o più divertenti. Manager con la passione della politica — è vicino a Enrico Letta e partecipa da anni con lui ai seminari nei quali giovani leader dei vari settori confrontano le loro idee — Artom, negli ultimi tempi si è dedicato sempre più al «venture capital», fino a diventare un interlocutore privilegiato di Ronald Spogli, l’ambasciatore americano a Roma con un passato di «venture capitalist» che sta cercando di portare il «vangelo» della cultura imprenditoriale Usa nel mondo italiano della politica e dell’impresa.

Ora il tentativo di entrare in quella pattuglia di «manager d’esportazione» che possono dare una prospettiva all’Italia anche al di fuori delle sue produzioni tradizionali. Intanto il ragazzo che giocava con gli aeromodelli e «sognava la California », si gode il suo pezzo di «American dream»: Silicon Valley e feste nelle ville di Los Angeles invece dei convegni di Confindustria.

I torinesi di Silicon Valley lanciano il nuovo You Tube

Da Lastampa.it

La sfida ai giganti di You Tube e Second Life è un ponte lungo migliaia di chilometri che collega Torino alla Silicon Valley. È un azzardo, forse, una sfida che mischia capitali americani e i volti torinesi di due amici di vecchia data: Arturo Artom, imprenditore di 40 anni, e Luca Ferrero, «creativo», 39 anni.
Ad aprile la loro ultima invenzione sfiderà i colossi del web: il sito che ospita milioni di video fai da te e il tempio degli avatar e delle vite alternative. Sta tutto racchiuso in un nome che la dice lunga: Your Truman Show. Spiega Luca Ferrero: «You Tube è una piattaforma orizzontale, permette di caricare qualunque tipo di filmato. La nostra sarà invece una piattaforma verticale che raccoglierà storie di vita, le classificherà e permetterà ai visitatori di votarle e recensirle». Raccontare se stessi, esperienze, frustrazioni, drammi e felicità: ecco cos’è il Truman Show di Artom e Ferrero. Che ha preso piede a San Francisco, con capitali e dimensione made in Usa.

Ma con tecnologia torinese. «La Silicon Valley è stata una scelta naturale – racconta Artom -. C’è un bacino d’utenza e un’attenzione per questo genere di iniziative impensabile per l’Italia. L’anno scorso nella sola Silicon Valley sono stati investiti 45 miliardi di dollari in innovazione. Qui è nato il nostro progetto, qui si è costruita la squadra di lavoro, qui sono nati i contatti con gli italiani della Silicon Valley». Il cuore tecnologico e grafico, però, è a Torino. Dove hanno sede Advice e Ok Santiago, le due società che hanno lavorato alla costruzione della piattaforma.

Alle illuminazioni sono abituati, Artom e Ferrero: lavorano in sincrono, uno sforna idee, l’altro cerca il sistema di metterle in pratica. Arturo Artom, una laurea in Ingegneria al Politecnico, è un imprenditore con il vizio della tecnologia. Con il suo Telsystem nel 1993 sfidò il monopolio dell’allora Sip. Sua è anche Netsystem, impresa che smista internet via satellite. Fino a Muvis, l’ultima avventura intrapresa con l’amico e socio Ferrero: lampadine design e intelligenti. Ferrero il creativo.

Regista in diverse emittenti locali, regista in esterna della troupe del Gabibbo anni fa. Sempre alla caccia di un’intuizione: «Avevo 18 anni, andai a Videogruppo a presentare l’idea di lanciare messaggi in tv. Qualche anno più tardi nacque Stranamore, che è l’esatta applicazione di quell’idea».

Ora, la sfida di Your Truman Show è di quelle ardue. Si rischia di cozzare contro colossi quali You Tube. E finire k.o. in un attimo. Serve aprirsi un varco, attirare i videoblogger, costruire loro un approdo sicuro. Follia o idea vincente, si vedrà tra qualche mese.