C’è un isolato di Torino che vive già nel futuro. Anni di distanza separano qualunque strada, piazza o corso della nostra città da via Reiss Romoli 274, dodicimila metri quadri di laboratori proiettati al domani. E’ la sede Telecom Lab, dove l’ultima tecnologia entrata in commercio è già storia passata, e dove – proprio in questi giorni – si lavora alla Lte, Long Term Evolution, la super comunicazione mobile per chiavette Internet e cellulari che ci traghetterà verso le reti di quarta generazione.
Telecom Italia Lab è soltanto in parte sinonimo di telefonia. Qui si studia l’info-mobilità, i sistemi del cosiddetto «trasporto intelligente». Qui si lavora alla videocomunicazione 3D, alla telemedicina, e, con una serie di sensori, si cerca di riprodurre il movimento del corpo umano, convinti di riuscire a leggere – prima o poi – persino nelle emozioni più profonde.
Ricerca, innovazione, sperimentazione. Ottocento ricercatori (altri 400 nelle sedi di Roma, Napoli e Rozzano Milanese) pensano oltre. Oltre l’immaginabile: hanno in media 40 anni e più dell’80 per cento di loro è laureato in ingegneria o informatica.
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Torino sperimenta il Super3G
Il futuro nasce a Torino. È partita dai laboratori Telecom di via Reiss Romoli la sperimentazione della tecnologia Lte, Long Term Evolution, la super rete mobile per chiavette da computer e telefoni cellulari. Il primo trial pre-commerciale al mondo riguarda per ora 14 celle di trasmissione nelle vie e nelle piazze più centrali della città: garantiscono trasmissioni dati con velocità fino a 140 Megabit al secondo.
È l’ultima evoluzione prima delle cosiddette reti di quarta generazione 4G, ancora in fase di sviluppo. La rivoluzione super 3G ridurrà non solo i tempi di risposta nella navigazione Internet via cellulare o attraverso la chiavetta, ma trasformerà anche le trasmissioni video con la possibilità di organizzare videoconferenze ad alta definizione, di avere in tasca un vero e proprio ufficio a distanza, oppure di videochattare in movimento con tempi di risposta di circa 10-20 millisecondi.
Il super 3G creerà inevitabilmente un nuovo identikit della clientela: più che «privati» e «business», gli operatori telefonici dovranno differenziare le loro proposte commerciali e i loro clienti fra «utenti tecnologicamente più o meno avanzati». E in base a questo si potenzieranno le reti e le possibilità di sfruttarle appieno.
Grazie alle trasmissioni Lte «tutti i servizi ad alta velocità – è la sintesi di Telecom Italia – sono e saranno sempre più disponibili su cellulare e su chiavetta: da quelli professionali ai videogiochi».L’ingegner Sandro Dionisi è il direttore del Telecom Italia Lab: «Come sempre accade, anche questa nuova tecnologia è stata sperimentata prima in laboratorio, poi “sul campo”, per valutare l’effetto reale delle trasmissioni da un punto di vista della propagazione del segnale e delle interferenze». Una vettura attrezzata dal laboratorio di via Reiss Romoli ha attraversato – e continua ad attraversare – le strade del centro, e da qui i tecnici si mettono in contatto con altri tecnici nei laboratori Telecom, videocomunicando e misurando la qualità dei segnali.
Per ora il cittadino non può che aspettare. La nuova rete – prevedono in Telecom – entrerà in funzione non prima di fine anno: «La Lte è una tecnologia così nuova che ci attende una fase sperimentale lunga tutto il 2010», conferma l’ingegner Dionisi.
L'adsl perduta inventata a Torino
Un’invenzione del 1980 nei laboratori Cselt, oggi Telecom Lab, in era pre-Internet.
È nero su bianco, un brevetto depositato negli Usa nell’ormai lontanissimo (tecnologicamente parlando) 1980, rilasciato nel 1983 e relativo a qualcosa che viene definito «Sistema combinato di telefonia e trasferimento di dati». Le righe centrali del documento sono sbalorditive: «Obiettivo generale di quest’invenzione – si legge – è permettere di comunicare in maniera bidirezionale con una banca dati e/o con un network specializzato, senza che questo impedisca l’uso simultaneo della linea telefonica attraverso cui ha luogo tale comunicazione».
Suona familiare? Si sta parlando di un procedimento con cui si trasmettono nei due sensi – e contemporaneamente – voce e dati (a 16 kbit/s, alta velocità per allora) con il «doppino» telefonico, come avviene oggi lungo le reti in rame potenziate dalla tecnologia Adsl. C’è però quella stranezza della data, il 1980, epoca pre-Internet. E poi una sorpresa ulteriore: nel brevetto l’invenzione e la sua proprietà intellettuale sono attribuite a un centro di ricerca italiano, cioè lo Cselt (oggi Telecom Lab) di Torino.
L’ingegner Auro Artom, che negli anni in questione era direttore della Divisione reti e sistemi dello Cselt, nel mostrare questo brevetto americano e uno spesso fascicolo di altri documenti analoghi, registrati dal suo gruppo di ricerca all’inizio del decennio 80 in tutto il mondo, mette le mani avanti e con scrupolo da ingegnere non arriva a sostenere di aver inventato l’Adsl (mancava il requisito della «banda larga»); però, rivendica a sé e ai suoi collaboratori di essere stati «anticipatori di una struttura tecnologica che permetteva di inviare e ricevere dati, usando le linee telefoniche in rame senza bisogmo di creare una nuova rete apposita», che è la grande virtù dei sistemi di trasmissione «overvoice».
La fabbrica di brevetti rischia lo spezzatino
Fra le eccellenze del gruppo Telecom cè uno dei più avanzati centri mondiali di competenze e di potenziale dinnovazione nel campo delle telecomunicazioni: si chiama Telecom Italia Lab (lex-Cselt) e conta su che 6300 tecnici, di cui 1400 a Torino impegnati nellinnovazione vera e propria e gli altri distribuiti fra Roma e Rozzano (Milano), sedi dedicate allo sviluppo dell«ingegnerizzazione» dei prodotti. Il TiLab ha un budget di 3,2 miliardi di euro e nel solo 2006 ha depositato 63 nuovi brevetti. In questi giorni viene indicato come uno dei gioielli che lItalia rischierebbe di perdere qualora il gruppo Telecom finisse in mani straniere: un patrimonio di competenze «sequestrato» o trasferito allestero dai futuri, nuovi padroni di Telecom, siano essi americani o messicani. Ipotesi ultra-pessimistica, improbabile ma non del tutto peregrina.
La casa in rete il 16 novembre a Tilab
AICT e Telecom Italia organizzano la giornata di studio sul tema: LA CASA IN RETE il giorno giovedì 16 novembre 2006 alle ore 09:30 presso l’Auditorium Telecom Italia Lab in via G. Reiss Romoli, 274 a Torino
Levoluzione tecnologica, le reti di sensori e di telecomunicazioni, la consumer electronics stanno gradualmente cambiando lambiente domestico. Una casa tecnologica non è migliore di per sé. Quello che conta è poter disporre di una casa migliore facendo anche leva sulla disponibilità tecnologica.
La giornata di studio sulla domotica vuole fare il punto sia sul versante tecnologico, sia su quello dei prodotti e servizi, interrogandosi sulle prospettive dei prossimi anni. Per questo motivo durante levento si confronteranno vari punti di vista su quali sono le esigenze del mercato e in che misura, e quando, la tecnologia può dare delle risposte.