Nessuna mediazione con la politica: il Politecnico chiude tutte le sedi decentrate. Le chiude all’attività di didattica (per quest’anno gli studenti potranno seguire le lezioni in videoconferenza da Torino) e lascia alla Regione e agli enti locali la possibilità di istituire un tavolo per studiare nuove forme di formazione all’interno delle sedi. Resta, per ora a Mondovì, Vercelli, Biella, Alessandria e Verrès l’attività di ricerca, di trasferimento tecnologico, di servizi e localizzazione di attività formative non istituzionali (Master di I e II livello) e di percorsi formativi professionalizzanti (Istituti Tecnici Superiori). «Questo è ciò che il Politecnico è in grado di offrire, senza alternative – ha detto il rettore Francesco Profumo – se gli enti locali sono in grado di fare di più si siedano a un tavolo e discutano le loro idee».
«Mantenere un impegno di questo tipo non è poca cosa – risponde l’assessore Andrea Bairati – non si istituisce nessun tavolo se non vi partecipa anche il ministero». Andrea Bairati, assessore regionale all’Università, che martedì aveva incontrato Profumo assieme a Mercedes Bresso per chiedergli di rivedere i progetti di ateneo, risponde: «Vista la scelta di chiudere tutte le sedi decentrate sulla base delle indicazioni del ministero, non capisco perché le amministrazioni locali dovrebbero farsi carico delle ricadute, a questo punto ci pensino l’ateneo e il governo».