Dato per spacciato col diffondersi capillare del Web, capace di portare a casa di operatori e professionisti le informazioni critiche sui prodotti in arrivo, e minacciato da un’errata commistione fra mondo consumer e tecnologie professionali, Smau nel 2008 è più vivo che mai. E scommette soltanto sulle soluzioni hi-tech dedicate al business o alla pubblica amministrazione, contando di replicare il successo dello scorso anno, quando contò 45 mila presenze: numeri certo inferiori agli anni precedenti, quando Smau era un salone aperto a tutti che faceva inutilmente il «tutto esaurito» con i ragazzini a caccia delle ultime novità.
Il grande evento milanese dell’informatica e delle telecomunicazioni si terrà fra il 15 e il 18 ottobre prossimi nei padiglioni di Fieramilanocity e la fiducia di cui ancora gode presso le aziende del comparto si può misurare dando un’occhiata agli investimenti che vi hanno destinato: «La partecipazione costa fra i 4.500 e i 40 mila euro circa» dice a Economy Pierantonio Macola, amministratore delegato di Smau, la società organizzatrice, «a seconda degli allestimenti e dei servizi aggiuntivi. In genere il valore dei contratti si aggira sui 4.500-6.000 euro».
E che tuttora la kermesse possa rappresentare un’ottima vetrina per le applicazioni aziendali e un interessante volano di business lo dice soprattutto l’impegno economico degli organizzatori: «Ogni anno» calcola Macola «allestimento e promozione di Smau costano 5 milioni, ma per rilanciare e consolidare la manifestazione è prevista una spesa da 20 milioni in quattro anni».Perché questo sforzo dia buoni frutti è essenziale segmentare e individuare il bacino di pubblico della fiera in modo preciso. Macola e i suoi lo hanno fatto, e ora parlano in particolare ai manager delle più disparate funzioni aziendali, con un ruolo centrale nell’acquisto di tecnologie.