Chi ha paura dello scienziato ?

Piero Bianucci via Lastampa.it

Che cosa può fare la scienza per la società? E la società per la scienza? Al Lingotto i ricercatori riuniti per Esof 2010 parlano di evoluzione biologica ed ecologia, politica della scienza e risorse energetiche, salute e ricerche sul cervello, etologia e meccanismi sociali con due obiettivi: proporre una ricerca che ci accompagni in un mondo più vivibile, e lanciare una operazione simpatia per rinsaldare la fiducia tra cittadini e ricercatori.

Perché l’immagine dello scienziato sta perdendo smalto. I dati dell’ultimo Eurobarometro (24 giugno) dicono che gli ottimisti sugli effetti della scienza e della tecnologia sono in calo. Trenta europei su 100 sono molto interessati alla scienza e 49 «abbastanza interessati», ma tra questi solo uno su dieci risulta ben informato. Nel Medioevo lo scienziato era un mago. In epoca positivista un benefattore dell’umanità. Oggi serpeggiano sospetti, diffidenza e incomprensioni. Fondamentalismi religiosi e ideologici guardano alla scienza con ostilità. Tornano pensiero magico e irrazionalismo. I politici tagliano finanziamenti già miseri, i ricercatori faticano ad affermare le loro ragioni. Eppure tutti sanno che l’innovazione è decisiva per uscire dalla crisi.

C’è un paradosso. La nostra vita è intrisa di scienza. Viaggiamo con un navigatore satellitare che, se non applicasse la relatività di Einstein, ci porterebbe a tre chilometri dalla meta desiderata. Scaldiamo il pasto nel forno a microonde con i magnetron che furono sviluppati per il radar. Ascoltiamo cd grazie a un raggio laser, altra intuizione di Einstein, poi tradotta in realtà da Theodore Maiman. Le tecnologie hanno quasi raddoppiato la speranza di vita. La rete informatica offre comunicazioni istantanee e un inatteso strumento di democrazia; l’ingegneria genetica vaccini più sicuri, cibo più abbondante e, a milioni di diabetici, una insulina uguale a quella umana. È come se ognuno di noi nella vita quotidiana ripetesse con successo a proprio vantaggio esperimenti di fisica, chimica, biologia. Eppure nessuno vuole centrali elettriche, gli ogm sono considerati veleno, fisici e biologi per molti sono irresponsabili apprendisti stregoni. Un incidente come la drammatica perdita di greggio nel Golfo del Messico, dovuta più all’avidità delle multinazionali che alla tecnologia, oscura tutto il resto.

Il problema è che la ricerca sta mettendo in crisi concetti fondamentali e senso comune, e troppo spesso l’informazione non riesce a tenere il passo, rappresenta i laboratori come un circo Barnum di meraviglie e orrori.