I Mercoledì dell’Accademia delle Scienze di Torino presentano il giorno 16 febbraio al Circolo dei Lettori alle ore 17,30 il Prof. Ferdinando Arzarello dell’Università di Torino che parlerà sul tema Verso la quarta dimensione e oltre. Un viaggio in raffinati ambienti virtuali: grazie all’utilizzo di filmati il Prof. Arzarello accompagna gli spettatori nel mondo a quattro dimensioni dove è possibile vedere oggetti quadridimensionali in movimento, divertirsi a contare quanti vertici ha un ipercubo (il corrispondente quadridimensionale del cubo) e, infine, immaginare oggetti in mondi con più di quattro dimensioni.
Categoria: Scienza
Scoperto alle Molinette il gene della Sla
C’è un gene specifico che regola la Sla, la sclerosi laterale amiotrofica. La scoperta si deve a uno studio internazionale sulla genesi della malattia nelle forme non ereditarie, le più comuni, che ha coinvolto dieci centri italiani, cinque statunitensi, due inglesi e due tedeschi, coordinati dal Centro di Neurologia Universitaria delle Molinette di Torino diretta dal professor Roberto Mutani.
La ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Human Molecolar Genetics, indica sette geni che regolano lo sviluppo della Sla di tipo sporadico (che copre il 90-95% dei casi), di cui uno ritenuto fondamentale e denominato “Sunc 1”.
Un risultato importante nello studio della malattia neurodegenerativa che colpisce i motoneuroni – cioè le cellule nervose cerebrali e del midollo spinale che permettono i movimenti della muscolatura volontaria – nota anche come il morbo di Lou Gehrig, dal nome del giocatore di baseball americano che ne fu la prima vittima accertata. Colpisce generalmente gli adulti con oltre 20 anni, di entrambi i sessi, con maggiore frequenza dopo i 50 anni.
Solo in Italia ci sono in media tre nuovi casi di Sla al giorno e si contano circa sei ammalati ogni 100.000 abitanti. Con un’incidenza particolarmente alta fra i giocatori di calcio, in percentuale 20 volte superiore alla media mondiale. Su questa anomalia sono state fatte diverse ipotesi – dal ruolo che potrebbero giocare i traumi, al contatto con erbicidi sui campi da gioco – ma finora non si è arrivati a nessuna conclusione chiara.
A guidare lo studio è stato il professor Adriano Chiò del reparto di Neurologia dell’ospedale Molinette di Torino, che spiega: “Abbiamo finalmente messo un punto di inizio nella ricerca delle origini di questa malattia. Abbiamo posato un grosso mattone in un campo che deve essere ancora particolarmente studiato”.
Giovedì Scienza parla inglese
Per festeggiare la 25a edizione GiovedìScienza parlerà anche inglese e si apre così a un pubblico internazionale. È lo sviluppo logico della sua presenza in diretta e in differita sul Web.
Ormai da quattro anni al pubblico di 1300-1500 torinesi che ogni settimana riempiono il Teatro Colosseo si è affiancato il pubblico invisibile ma certo non virtuale che segue i GiovedìScienza sullo schermo del computer e sempre più spesso usa l’archivio delle conferenze come un prezioso serbatoio di informazioni scientifiche. E il pubblico di Internet, non avendo collocazione geografica – abita il mondo intero – né fusi orari – tutte le ore sono buone per imparare direttamente dagli scienziati dove va la ricerca – ha come lingua naturale l’inglese, che è il latino, o se volete l’esperanto, della scienza moderna.
Per GiovedìScienza parlare inglese è anche un modo per adeguarsi alla propria immagine internazionale. Non esiste in Europa un’altra iniziativa che da un quarto di secolo sia riuscita a fare di conferenze scientifiche impegnative un appuntamento così regolare, massiccio nei numeri, ben variegato per l’età (un terzo giovani sotto i 35 anni, un terzo nell’età matura e un terzo oltre i sessant’anni) e a costo così contenuto.
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I Mercoledì dell’Accademia delle Scienze 2010
Matematica, neuroscienza, geologia, giurisprudenza, storia dell’arte e linguistica. È la scienza nelle sue espressioni più varie ed avvincenti la protagonista dei Mercoledì dell’Accademia delle Scienze di Torino, l’appuntamento che da novembre a maggio 2011 vedrà alternarsi professori ed esperti al Circolo dei Lettori (Via Bogino 9). Dieci appuntamenti di carattere divulgativo, su temi affascinanti ma non sempre di facile comprensione e per questo poco conosciuti dal grande pubblico.
Per il primo appuntamento – il 17 novembre alle 17,30 – l’Accademia e il Circolo dei Lettori ospitano il Prof. Claudio Marazzini, titolare della cattedra di Storia della lingua italiana presso la Facoltà di Lettere dell’Università del Piemonte Orientale, con la conferenza “Scrittori di vocabolari e vocabolari di scrittori”.
Mondobit 2010: capire la rete
Parte l’edizione 2010 di Mondobit dedicata a capire la rete che si svolgerà al circolo dei lettori di Torino il 4, 11,18,25 ottobre alle ore 18.30
Qualcosa sta cambiando e forse non ce ne rendiamo ancora conto. La rete amplifica le nostre percezioni e le nostre possibilità ma, al contempo, ci può confondere subissandoci d’informazioni, molte delle quali inutili o delle quali è difficile stabilirne l’affidabilità. Come si organizza l’informazione sulla rete e come si cerca? Come si sviluppano le relazioni sociali sulla rete? Che differenza c’è tra leggere una notizia stampata sul giornale e cercarla online? E ancora, dove finisce il mio computer, il mio telefonino o l’iPad e dove inizia la rete?
Il programma di mondobit 2010
4 ottobre 2010 Il Sapere? Basta un clic. Segreti dei motori di ricerca con Giovanni Colombo e Angelo Raffaele Meo
11 ottobre 2010 Ci vediamo sul Web. Reti sociali tra identità e libertà. Juan Carlos De Martin e Maurizio Ferraris
18 ottobre 2010 Buone notizie? L’informazione tra carta e telefonino. Dario Corradino, Felice Fulvio Faraci e Vittorio Sabadin
25 ottobre 2010 Il super-computer è una nuvola. La nuova frontiera della potenza di calcolo. Daniele Mazzocchi e Marco Mezzalama
Prove di super cellulari a Torino
Si testano a Torino i cellulari di quarta generazione
Non se ne accorge nessuno, ma in buona parte di Torino si può navigare in internet con il telefonino (o con la chiavetta) circa dieci volte più veloce del normale. In realtà nessun cellulare può riuscirci, perché si tratta solo di una sperimentazione. Il Telecom Italia Lab, storico centro di ricerca torinese, ha installato 17 antenne in grado di trasmettere il segnale in modalità “Long term evolution”. È la quarta generazione della telefonia mobile.
“Oggi l’utente comune può sfruttare le tecnologie “umts” e “hi-speed”, con chiavette che al massimo possono raggiungere i 14,4 megabit al secondo. Noi invece stiamo lavorando su un sistema di trasmissione che parte da 100 megabit e che siamo già riusciti a spingere fino a 140″, spiega Sandro Dionisi, responsabile del TiLab. I suoi tecnici (30 ingegneri iper-specializzati) stanno testando telefonini, chiavette e antenne sfornate da partner come Alcatel-Lucent, Ericsson, Huawei e Nokia-Siemens. E, spiega Dionisi, “la città di Torino ci consente di fare le prove all’interno di uno scenario urbano”.
E allora via a spargere onde elettromagnetiche per tutta la città, da via Borgaro a corso Valdocco, dal Duomo al Palagiustizia, da corso Marche a piazza Massaua. Niente di nocivo perché, garantisce il direttore, “tutto avviene nel rispetto dei limiti ministeriali”. Solo un piccolo pezzo di futuro che la città vive in anteprima: “Stiamo iniziando – racconta Dionisi – la fase conclusiva della sperimentazione e termineremo entro la prima metà del 2011. Nel frattempo bisognerà aspettare che il Governo assegni le frequenze e che i dispositivi “4G” entrino in commercio. Il mercato sarà pronto verso la seconda metà del 2012″.
Da Candiolo nuovi scenari nella diagnosi, nella prevenzione e nella terapia dei tumori
Si chiama Semaforina E3, in parole povere è “il segnale verde” che dà il via libera alla separazione e alla moltiplicazione delle cellule di alcuni tumori, innescando le metastasi. Quando si troverà il modo per spegnere questa molecola – ci vorranno tempi che nessuno è ancora in grado di prevedere – si riuscirà a bloccare la diffusione di certi di tipi di cancro, quelli al colon retto e i melanomi. “Sarà come revocare il via libera”. Per altre famiglie di tumori – alla mammella, oltre che al colon retto – sarà possibile mirare geneticamente e personalizzare le cure, predeterminando su quali malati potrà essere efficace il farmaco di ultimissima generazione Everolimus, già utilizzato per i carcinomi al rene, senza bisogno di somministrarlo alla totalità dei pazienti, compresi quelli per cui sarebbe inutile.
Sono state scoperti e studiati nei laboratori di Candiolo – dai nomi di punta dell’Istituto per la ricerca e la cura sul cancro e dai loro staff, in raccordo con colleghi stranieri – due nuovi prototipi di “armi” antitumorali sui quali si conta per fare ulteriori passi in avanti in diagnosi, prognosi, terapie. Gli scenari e le prospettive positive che si aprono, dal cuore del Piemonte, hanno trovato spazio e risalto sulla rivista americana Journal of clinical investigation, una vetrina internazionale per studi e progetti e una patente di prestigio e assoluta serietà.
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Il sogno di una Torino diversa
Sono passati troppo in fretta i giorni di Esof. Torino si è riempita di Scienza. I guru del settore erano nella cittadella un po’ fortificata del Lingotto, ma tutta la città era pervasa di appuntamenti, eventi, racconti. Qualcosa di molto diverso dal sogno olimpico: piovuto, enfatizzato, e poi oramai dimenticato.
La Torino della Scienza è della tecnologia è un presente e un futuro importante con cui si sono confrontati gli ospiti stranieri e di cui i torinesi devono essere fieri e partecipi. Per un forum della scienza a tempo pieno e continuo.
Per la cronaca ci si rivede ad esof 2012 a Dublino
Chi ha paura dello scienziato ?
Piero Bianucci via Lastampa.it
Che cosa può fare la scienza per la società? E la società per la scienza? Al Lingotto i ricercatori riuniti per Esof 2010 parlano di evoluzione biologica ed ecologia, politica della scienza e risorse energetiche, salute e ricerche sul cervello, etologia e meccanismi sociali con due obiettivi: proporre una ricerca che ci accompagni in un mondo più vivibile, e lanciare una operazione simpatia per rinsaldare la fiducia tra cittadini e ricercatori.
Perché l’immagine dello scienziato sta perdendo smalto. I dati dell’ultimo Eurobarometro (24 giugno) dicono che gli ottimisti sugli effetti della scienza e della tecnologia sono in calo. Trenta europei su 100 sono molto interessati alla scienza e 49 «abbastanza interessati», ma tra questi solo uno su dieci risulta ben informato. Nel Medioevo lo scienziato era un mago. In epoca positivista un benefattore dell’umanità. Oggi serpeggiano sospetti, diffidenza e incomprensioni. Fondamentalismi religiosi e ideologici guardano alla scienza con ostilità. Tornano pensiero magico e irrazionalismo. I politici tagliano finanziamenti già miseri, i ricercatori faticano ad affermare le loro ragioni. Eppure tutti sanno che l’innovazione è decisiva per uscire dalla crisi.
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Esof: quando il Lingotto parla inglese
Sfogliano il programma di Esof come se fosse la cartina di un parco dei divertimenti: “Ah, in sala Madrid c’è l’incontro sul brevetto del Dna!”, “no, andiamo a sentire la conferenza sui terreni contaminati dai test nucleari”. Li riconosci perché hanno il pass con sopra una striscia arancione e la scritta “attendee”, partecipante. Sono quasi tutti giovani e stranieri, e sono venuti al Lingotto per immergersi nel mondo della scienza.
Berry Holl è uno di loro. È tedesco, ma studia in Svezia. Racconta che era già a Torino per la conferenza “Marie Curie” di venerdì e ha deciso di fermarsi per lo EuroScience open forum: “Qui è bellissimo, ci sono moltissime conferenze interessanti. Il problema è che tante sono in contemporanea è non è facile scegliere. La migliore è stata quella di sabato mattina, sulla natura dell’altruismo umano. Mi occupo di astronomia, però mi interesso anche di psicologia e altri temi. È il bello di questa manifestazione, che tra l’altro ti permette di incontrare persone, di chiacchierare, di creare contatti”.
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