Vecchio e nuovo ordinamento a confronto nelle analisi sul profilo dei laureati italiani del consorzio Alma Laurea. I laureati dell’Università di Torino nel 2008 sono stati 10846, Almalaurea ne analizza un campione di 9042. La ricerca AlmaLaurea riguarda esclusivamente laureati di primo livello e dei percorsi specialistici biennali.
Sono quindi esclusi i laureati dei corsi a ciclo unico (come farmacia, chimica e tecnologie farmaceutiche, giurisprudenza, odontoiatria e protesi dentaria, medicina e chirurgia) e tutti i laureati preriforma. Il Consorzio Almalaurea propone inoltre una ricerca sulla condizione occupazionale dei laureati dell’ Università degli Studi di Torino (la ricerca fa parte dell’XI Rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati italiani presentato nel marzo 2009). I dati riguardano un campione di 6.332 laureati di primo livello e 2.141 laureati specialistici biennali del 2007 e di 2.149 laureati pre-riforma di Torino del 2003, intervistati a cinque anni dalla laurea.
Vecchio ordinamento addio: il profilo dei laureati 2008, che AlmaLaurea ha presentato a fine maggio all’Università di Padova, racconta le caratteristiche di 160mila giovani che hanno concluso uno dei corsi di laurea avviati con la riforma universitaria (110mila con un corso di primo livello, 50mila con la specialistica e la specialistica a ciclo unico).
Il Profilo dei laureati 2008 consente di delineare luci e ombre della riforma universitaria del “3+2” a otto anni dal suo avvio. La gran parte dei laureati 2008, infatti, ha terminato gli studi disegnati dai nuovi ordinamenti. “Emerge un quadro, con alcuni aspetti positivi e qualche elemento di criticità, frutto di situazioni anche molto diversificate per Facoltà e gruppi disciplinari”, commenta il professor Andrea Cammelli, direttore di AlmaLaurea. In generale, la riforma ha avvicinato all’università più giovani provenienti da ambienti sociali meno favoriti, ha portato alla diminuzione dell’età alla laurea e dei fuori corso – nel 2001 i laureati conseguivano il titolo in media a 28 anni e solo il 9,5% era in corso – ha aumentato la frequenza alle lezioni, le esperienze di stage durante gli studi. Tra le ombre, l’accentuarsi della tendenza a studiare sotto casa, la riduzione delle esperienze di studio all’estero, l’alta percentuale dei laureati triennali, ma anche specialistici, che intendono proseguire gli studi. I laureati dell’Università di Torino coinvolti nell’indagine sono i giovani usciti dall’Ateneo nel 2008. In particolare, l’analisi che segue riguarda 6.259 laureati di primo livello e 2.783 laureati nei percorsi specialistici biennali.
Per capire gli effetti della riforma è possibile fare un confronto tra il complesso dei laureati 2008 e i laureati che hanno concluso gli studi nell’università prima della riforma (2001). Dal confronto emerge una figura di neodottore dell'Università di Torino più giovane alla laurea, più regolare negli studi, con maggiori esperienze di stage, ma minori esperienze di studi all’estero nel curriculum.
L’età alla laurea nel complesso dei laureati di Torino del 2008 è di 26,8 (e scende ulteriormente a 26 anni per i laureati di primo livello); il valore è influenzato, in negativo, dalla crescita dei laureati che si iscrivono all’Università con due o più anni di ritardo rispetto all’età canonica dei 19 anni (sono il 22%). Cosa succedeva nel 2001, prima della riforma? L’età media alla laurea era di 27,7 anni, più alta. Nel passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento, gli effetti positivi sulla regolarità negli studi sono evidenti: i laureati di Torino in corso nel 2001 erano l'11% contro il 49% del complesso dei laureati del 2008. Con la riforma lievitano anche le esperienze di tirocinio e stage che coinvolgevano il 25% dei laureati 2001 contro il 54% dei laureati 2008. Un aspetto importante della formazione universitaria, che viene invece penalizzato nel passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento, è rappresentato dalle esperienze di studio all’estero. Il fenomeno, dovuto non solo alla riduzione della durata del percorso di studi, si riscontra nel complesso dei laureati AlmaLaurea e trova conferma, sostanzialmente con gli stessi valori, anche nei laureati dell’Università di Torino: nel 2008 hanno svolto periodi di studi all’estero il 13% contro il 20% del 2001.
Età alla laurea, fuori corso e frequenza alle lezioni Il traguardo della laurea è raggiunto in media a 26 anni, perfettamente in linea con la media nazionale. Il dato inoltre risente dell’età all’immatricolazione dei laureati che è cresciuta con l’introduzione della riforma. Nel 2008 quasi un quarto dei laureati di primo livello di Torino si è iscritto all’università con due o più anni di ritardo rispetto all’età canonica di 19 anni. La regolarità negli studi per i laureati di Torino è più elevata della media nazionale: il 51% conquista il titolo in corso (con un 24% che si laurea al primo anno fuori corso) contro il 40,7% del complesso dei laureati di primo livello.
La riforma universitaria ha portato anche ad un aumento dei laureati che frequentano regolarmente le lezioni: il 67% dei laureati triennali ha frequentato oltre i tre quarti degli insegnamenti previsti, come nella media nazionale. Il 77% dei laureati di primo livello di Torino ha entrambi i genitori non laureati (la media nazionale è del 74,7%). I laureati di Torino hanno in prevalenza il diploma scientifico (36%); seguono i laureati con la Maturità tecnico-professionale (32%) e con il diploma classico (10%).
I laureati dell’Università di Torino di primo livello che hanno svolto tirocini e stage sono il 52,5%. L’esperienza di studio all’estero coinvolge 11 laureati di primo livello di Torino (4,5 con programma Ue). La media nazionale è del 10,5% (5,3% con Erasmus). L’88% dei laureati dell’Università di Torino si dichiara complessivamente soddisfatto del corso di studi (il 33% lo è “decisamente”). Alla domanda se si iscriverebbero di nuovo all’Università risponde “sì”, ed allo stesso corso dell’Ateneo, il 68% dei laureati. Una percentuale che aumenta notevolmente considerando anche i laureati che si riscriverebbero all’Università di Torino, ma cambiando corso (15%).
E dopo la laurea? 70 laureati su cento intendono proseguire gli studi, meno di quanto avviene nel complesso dei laureati (77%). La gran parte dei laureati 2008 che ha espresso queste aspirazioni formative punta ad una laurea specialistica: il 55%. Il traguardo della conclusione degli studi specialistici è raggiunto in media a 26,4 anni (è di 27 anni nel complesso dei laureati specialistici). L’età alla laurea è influenzata dal 19% dei laureati che si sono iscritti ai corsi specialistici con due o più anni di ritardo rispetto all’età canonica Chi arriva agli studi specialistici proviene da famiglie più avvantaggiate culturalmente: il 30% ha almeno un genitore laureato, contro il 20% dei laureati di Torino triennali. La percentuale dei laureati in corso è elevata: 56%, come nella media nazionale, con il 35,5% che si laurea al primo anno fuori corso. Il 69% ha frequentato almeno i tre quarti delle lezioni. Durante il biennio specialistico, il 60% ha svolto tirocini o stage, più della media nazionale del 55%. Il 16% ha studiato all’estero (l'8% con Erasmus), un valore sostanzialmente in linea con la media nazionale (il 15%; l’8,5% con l’Erasmus).
La soddisfazion
e rispetto al corso di studi è elevata, espressa da 88 laureati su cento (la media nazionale e dell’89%). Un giudizio positivo che trova conferma in chi ripeterebbe lo stesso corso nello stesso Ateneo: il 76%. E dopo la laurea specialistica? Il 40% dei laureati di Torino intende proseguire la formazione (la media nazionale è del 43%): tra questi, il 13% con un dottorato di ricerca, il 7% con una scuola di specializzazione post-laurea e il 6% con un master universitario.