Gnammo startup torinese precursore italiano del risponde a un articolo del 13 ottobre di Repubblica Home restaurant, fiocca la prima multa per gli “Uber” del cibo :
Come già accaduto alcuni mesi fa, il fenomeno di quello che Gnammo ha scelto di definire Social Eating, è stato oggetto di attenzioni, ma soprattutto, equivoci. L’ultimo in ordine di tempo è legato all’articolo di un importante quotidiano nazionale che parla di una prima multa ad un utente che ha organizzato un evento di Home Restaurant.
L’articolo riporta un accadimento che in realtà risale all’inizio di maggio 2015, in cui un’ispezione dei NAS presso un bed & breakfast a Torino ha rilevato la somministrazione di pasti in una struttura che non potrebbe farlo nei giorni di apertura al pubblico. I NAS non hanno comunque rilevato problematiche dal punto di vista igienico e sanitario. La sanzione amministrativa comminata, di 3.000 Euro (e non di 6.000 Euro, come erroneamente riportato dal giornale) è stata pagata, secondo i termini previsti, in estate.
Gnammo: “Differenziare l’attività di Social Eating da quella di Home Restaurant”
“In merito alla notizia pubblicata in data 14 ottobre 2015, teniamo a precisare che non è stata comminata nessuna multa alla pratica di social eating, bensì è stata sanzionata una persona fisica che ha somministrato dei pasti in una struttura non autorizzata a farlo” hanno dichiarato i soci di Gnammo, principale portale di social eating italiano. “Il social eating, ossia cene private e occasionali tra amici che ho liberamente scelto io di accettare è una pratica assolutamente legale”.
“Cogliamo però l’occasione per ribadire la necessità di differenziare l’attività di social eating da quella di home restaurant, e noi stessi ci facciamo portatori della volontà che quest’ultimo (l’home restaurant continuativo e non il social eating saltuario) abbia una specifica normativa. Dall’esperienza di quanto accaduto a maggio presso il bed & breakfast torinese è nata la necessità di dar vita al nostro Codice Etico, che abbiamo lanciato il 9 luglio 2015” hanno concluso i fondatori della piattaforma.Codice etico partecipato
La mancanza di una normativa chiara di riferimento (nonostante la risoluzione del MISE n° 50481 del 10/4/2015) e l’esplosione del fenomeno della Sharing Economy a livello globale, di cui Gnammo è il più importante alfiere italiano, hanno creato un corto circuito che ha confuso molti.
Per questa ragione, a luglio Gnammo ha scelto di esporre chiaramente la sua posizione, sia verso i proprio utenti che verso le istituzioni.
Se da un lato proseguono gli incontri con gli organi politici e le associazioni legate al mondo del food e del turismo, per giungere alla redazione di una normativa che tenga conto delle evoluzioni sociali e tecniche, dall’altro Gnammo ha deciso di gettarne già da ora le basi.
E ha deciso di farlo in maniera partecipata e condivisa, come è nella sua essenza.Sul portale è infatti disponibile il Codice Etico di Gnammo, che stabilisce le modalità di comportamento che gli utenti della piattaforma (gli Gnammers) si impegnano a rispettare nell’organizzazione e gestione degli eventi food casalinghi.
Viene pubblicato in una modalità innovativa: chiunque sia registrato o meno a Gnammo può contribuire alla sua crescita e definizione, utilizzando gli strumenti di dialogo presenti sul portale.
La ratio seguita è quella che Gnammo ha impostato fin dal primo vagito.Il Social Eating e l’Home restaurant
Il Social Eating corrisponde ad eventi tra amici, saltuari, riservati a chi ha prenotato ed è stato accettato dal cuoco e senza organizzazione imprenditoriale, il cui scopo è esclusivamente quello della socialità.
Questi devono restare di libero svolgimento, in ossequio ai principi costituzionali, pur mantenendosi nell’ambito della regolarità dal punto di vista fiscale, cosa resa possibile dal funzionamento stesso di Gnammo che prevede pagamenti esclusivamente online e dunque tracciati.
Con Home Restaurant si definiscono, invece, realtà che organizzano eventi con regolarità, ed adoperandosi affinché anche il rendiconto economico abbia una valenza importante. Per quest’ultima categoria Gnammo crede che sia importante seguire le normative, a protezione del modello stesso e dei consumatori, evitando che si creino nuovamente fraintendimenti che penalizzano l’iniziativa dei singoli cittadini, sia essa imprenditoriale che di puro scopo sociale.