Via libera dell’Unione europea alla creazione di un istituto europeo di innovazione e tecnologia (Eit). Lo ha annunciato il ministro dell’Università e Ricerca, Fabio Mussi, al termine del consiglio competitività Ue a Bruxelles. «Dopo anni di discussione è stato approvato l’accordo politico sull’istituto europeo di innovazione e tecnologia», ha affermato Mussi sottolineando che si tratta di un risultato che in «un mondo ben ordinato meriterebbe la prima pagina».
In particolare, ha spiegato il ministro, «l’accordo riguarda un istituto basato sul concetto di rete che ha una progressiva implementazione e al quale sono collegate università» che su base volontaria possono rilasciare diplomi marcati "Eit" .
La proposta di istituire un Istituto europeo di tecnologia è stata avanzata per la prima volta dalla Commissione Ue nella primavera 2005, quale parte integrante della nuova strategia di Lisbona, che pone l’innovazione, la ricerca e l’istruzione in cima all’agenda per la crescita e l’occupazione.
Forte di un finanziamento di partenza pari a 308 milioni di euro, l’Eit «è un istituto leggero, con un consiglio di amministrazione che utilizzerà principalmente strutture già esistenti per portare avanti ricerca e trasferimenti di conoscenza nel Vecchio Continente». Non avrà dunque una sede centrale ma sarà organizzato in comunità di conoscenza e innovazione, i cosiddetti "Kics"», ha spiegato ancora Mussi riferendo che le prime comunità partiranno già nel 2008 e riguarderanno due settori strategici fondamentali: cambiamenti climatici ed energie rinnovabili.
Rispondendo a chi chiedeva se l’Italia si fosse candidata per ospitare una di queste due primi nuclei di ricerca, Mussi ha riferito che «per pudore ho evitato di avanzarla in sede di consiglio ma noi abbiamo un’idea e si tratta di Trieste. Un polo di ricerca e innovazione di assoluto valore mondiale».
A Bruxelles, Mussi ha anche sottolineato il ruolo fondamentale assunto dall’Italia nel definire l’iniziativa. «L’accordo politico che oggi abbiamo votato con l’unanimità di tutti i Paesi dell’Ue ricalca esattamente l’ipotesi che fu proposta dall’Italia», ha sottolineato il ministro ricordando i tre punti fondamentali dell’Eit: struttura a rete, università che possono dare i titoli, comunità di conoscenza e innovazione.