L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha chiarito i contenuti della delibera del luglio 2019, sostenendo che i rimborsi per le fatture a 28 giorni sulla telefonia fissa sono dovuti.
Ora i clienti possono chiedere i rimborsi. Agcom ha confermato che i rimborsi devono essere riconosciuti in automatico senza che gli utenti li richiedano. Per questo motivo l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha avviato una procedura sanzionatoria nei confronti di tutti gli operatori.
Precedentemente erano stati respinti i ricorsi di Fastweb, Vodafone e Wind-Tre che avevano chiesto l’abolizione di quanto stabilito da Agcom. Tutti gli operatori dovranno rimborsare tutti i clienti di telefonia fissa coinvolti.
I rimborsi riguardano solo i contratti di telefonia fissa che hanno subito il passaggio alla fatturazione a 28 giorni tra giugno 2017 e aprile 2018. Non riguarda i contratti di telefonia mobile, né altri tipi di utenza come luce e gas o pay tv.
Occorre andare sui siti dei diversi operatori per avere maggiori informazioni caso per caso.
Per gli utenti che hanno subito il passaggio alla fatturazione a 28 giorni tra giugno 2017 e aprile 2018 che non hanno cambiato operatore, si prospettano rimborsi compresi tra i 20 e i 60 euro. Tendenzialmente chi ha sottoscritto un contratto fibra dovrebbe ottenere rimborsi più alti.
Si tratta di milioni di consumatori che hanno diritto ad essere rimborsati come già stabilito dall’autorità Garante, dal Tar e adesso anche dal Consiglio di Stato, parliamo di circa 12 milioni di utenti di linea fissa che con le fatture a 28 giorni hanno pagato un mese in più all’anno.