Nei pressi di Djerba, perla tunisina del Mediterraneo, si scorge una minuta striscia di terra bianca la cui sabbia giallo-oro si confonde con le tinte di uccelli dalle piume color confetto. L’isola africana è vasta, piatta e ventosa. La brezza marina soffia sovente e alleggerisce la calura. E’ una vera e propria oasi a due passi dal deserto del Sahara. Magica, assolata e profumata dai suoi oliveti che occupano ampie distese e spesso sono secolari. Chi visita Djerba, nella maggior parte dei casi, non si lascia sfuggire la possibilità di un’escursione unica e rilassante. Lontano da tutto, in un luogo che sembra rigettato dalla risacca del mare, quasi come un regalo di Nettuno alla terraferma. Un dono troppo bello per restare celato nei fondali marini. Si tratta della minuta isola dei fenicotteri rosa. Più che un’isola, è una striscia di sabbia adagiata sulle placide onde, una sorta di barriera sabbiosa. Il punto più elevato dell’isoletta è di cinquanta centimetri circa sul livello del mare. Si parte dalle bianche spiagge di Djerba. Da qui, su imbarcazioni in legno, stile galeoni, manovrate da marinai locali vestiti da pirati che accompagnano i viaggiatori come moderni Caronte da una sponda all’altra, si raggiunge questa deliziosa località.
In pochissimo tempo la barca ormeggia all’isola dei fenicotteri. Qui c’è solo sabbia. Sabbia e niente altro, fatta eccezione per pochi ombrelloni e qualche panca riparata dal sole da improvvisati gazebo in legno. I fenicotteri, d’estate non si vedono, almeno non frequentemente. Fanno capolino nella stagione invernale e coprono il giallo oro della sabbia del loro color confetto.
La ciurma di marinai pesca per i visitatori e, una volta procurato il bottino commestibile dal mare, si appresta a cucinarlo in maniera semplice. Sulla spiaggia e alla brace. Non c’è che dire. Il cibo è genuino e la filiera è corta. Dal mare alla tavola. Ad accompagnare il pesce, un buon piatto di couscous, mentre gli alcolici sono banditi. Su questo lembo di terra in mezzo al mare, si può passeggiare tranquillamente, ma facendo attenzione a crearsi punti di riferimento che, altrimenti non ci sono. E’ tutto uguale e la sabbia è l’unica onnipresente costante.
Il mare è trasparente, caldo, anzi a tratti molto caldo. I granelli sabbiosi sono sottili, piccolissimi e scivolano attraverso le mani mentre si accarezza l’arena morbida. Il cielo, solitamente privo di nuvole, è di un azzurro intenso. Sembra un’unica pennellata d’autore. Tutto è immobile.
Solo il vento pensa a smuovere il paesaggio e a rendere questa scenografia in movimento. Nel frattempo, nell’atmosfera si diffonde la musica locale che i marinai del galeone suonano per allietare la sosta ai viaggiatori.