Tra le tante mail che arrivano alla redazione di Quotidiano Piemontese, alcune si riferiscono al nostro blog “Quattro Zampe e dintorni”. Molti lettori ci segnalano abusi su animali, denunce, situazioni critiche di canili, ma anche belle vicende, storie a lieto fine che mostrano come, giorno per giorno, i nostri “familiari pelosi” facciano parte della vita, della casa, del cuore. Ecco uno di questi bei racconti, scritto da un personaggio noto nell’astigiano, e non solo. Si tratta dello scrittore Paolo Ferrero… e del suo gatto, ispirazione della storia, Droopie. Un incontro del destino sulla strada di Paolo.Io e Droopie c’incontriamo domenica 25 settembre 2011 a Bra, mentre quasi lo schiaccio con la mia Multipla andando a presentare il libro a Savigliano: quando mi accorgo che è vivo, fermo il poco traffico delle 13 e – dopo averne ricevuti i primi, robusti graffi – lo sistemo sul sedile accanto a me. Gli apro una delle buste di cibo che avevo acquistato un’ora prima per gli altri miei quattro gatti. Io e Droopie andiamo al bar a Savigliano: nel senso che quando racconto l’accaduto alla barista, quella parte assieme a me e una ciotola di latte a vedere la bestiola, ma lui , snob e spaurito, scompare sotto il sedile.
Io e Droopie alle 15 ci becchiamo un temporale che fa slittare la presentazione alle 18: io sto un po’ con lui e poi me ne vado in giro con l’addetto stampa, che è un gran tronco di femmina, tanto di accarezzare lui manco a parlarne… Io e Droopie torniamo a casa che è dopo le nove di sera e passo mezz’ora a cristonare nel sudore, ché lui si è ficcato sotto la pedaliera e, dopo tutti le brugole e i cacciavite che ho tirato fuori per smontare la macchina, lui non ti scappa sotto il cruscotto dove la mia mano a prenderlo proprio non c’arriva?
Io e Droopie la mattina dopo abbiamo fatto colazione presto: lui si è sbafato l’altro cibo che gli avevo messo sull’auto (a proposito: ha cacato e pisciato, ma i sedili in pelle – dicono – non patiscono), mentre io finisco il caffè aspettando la giornalista che devo portare a fotografare la vendemmia. Io e Droopie è di nuovo sera, che quando porto Michela a vedere la cosa, fuori è già di nuovo scuro e lui è lì che mangia e gli punto la torcia negli occhietti e riesco a prenderlo! Io e Droopie dormiamo nel mio letto, stanchi di due fatiche ben diverse…
Io e Droopie il mattino dopo, facciamo le foto con Michela, che non si era fermata solo a cena. Michela ha una trentina d’anni, i capelli neri e gli occhi azzurri come questo cielo di settembre che le viene in mente “Sereno è” di Drupi, ma, quando lo porto al vaccino e il veterinario mi chiede come si chiama, dico Droopie con due “o” perché lui è un vero figo e Clooney mica lo scrivi con la “u”!