La città della grande mela, per anni, ha accolto una squadra speciale di poliziotti, con tanto di distintivi, armi e possibilità di arresti, addestrati a contrastare il fenomeno degli abusi sugli animali. Si tratta dell’ “American society for the prevention of cruelty to animals” che ha operato per 147 anni, un’associazione animalista, nata nella seconda metà dell’Ottocento, per i casi di maltrattamento e abbandono di animali a New York. A distanza di molto tempo, però l’Aspca deve chiudere battenti. Il piccolo staff, ancora attivo, è stato liquidato. La novità assegna il ruolo di sorvegliante animale alla polizia regolare, in quanto alcuni attivisti ritenevano che la mole, piuttosto ingente, di richieste all’Aspca non consentiva ai suoi membri di gestirle. E hanno pensato, non di sostenerla, ma di eliminarla!Altre persone, però sono preoccupate che tale decisione porti a sminuire l’importanza e la frequenza di interventi a favore degli animali, visto che gli agenti “normali” devono occuparsi di moltissimi casi di criminalità “bipede” quotidianamente.
“Se pensano semplicemente di poter girare questi compiti agli ufficiali di polizia regolari, sono pazzi – sostiene David Favre -esperto di diritto degli animali della Michigan State University – E’ un lavoro duro. È un lavoro diverso. È un lavoro importante. Ed è triste che l’Aspca non stia facendo più“.
Negli ultimi anni, l’Aspca si è occupata di 4mila indagini all’anno, per non parlare degli arresti settimanali compiuti. Il motto dell’associazione era “Noi siamo la loro voce” e ora quella voce tace.