La moda vuol stupire, affascinare, ma anche inorridire, almeno in alcuni casi. La notizia è di pochi anni fa, ma pare che qualche stilista, magari a caccia di visibilità, voglia ritentare l’esperimento in maniera simile e, allora vi proponiamo quello che, forse ad alcuni di voi è sfuggito a suo tempo, ovvero capi di abbigliamento realizzati con capezzoli di mucca. Ebbene si. Se non basta il vestiario creato con le pelli e il pelo degli animali, ecco che fa capolino un nuovo materiale. L’abito “capezzolato”, in questione è opera della britannica Rachel Freire che lo ha creato per la settimana della moda londinese con 3mila capezzoli di mucche, regalati da una conceria inglese. Inutile dire che, in occasione della presentazione del capo, gli animalisti siano intervenuti indignati e arrabbiati. Rabbia a cui l’artista della passerella ha ribattuto sostenendo che le mucche di cui aveva usato parti del corpo erano già macellate, quindi lei aveva riciclato i loro capezzoli, considerati scarti dall’industria del macello e della conceria, senza contribuire alla morte. Gli animalisti hanno interpretato l’opera di Freire come insulto alla natura e alla vita. Lei, invece ha considerato la sua passerella, arte. Due punti di vista molto diversi che lasciano interdetti, soprattutto considerando il pessimo gusto del gesto. E basta questo a trasalire dinanzi ad un abito del genere, senza considerare le implicazioni ambientali inquinanti delle concerie e dei macelli.