Non si vola più con le compagnie commerciali in Nord America. I cieli sono off limit per certi “aerei della morte”. Dopo una lunga lotta degli animalisti Usa, la United airlines ha reso noto, di recente, di aderire alla linea “Primate acceptance polic”, ovvero di rifiutare il trasporto, in qualsiasi momento, sui propri aerobus di animali, primati, diretti o provenienti da Paesi in cui vengano affidati a centri di ricerca e laboratori di vivisezione per compiere sperimenti scientifici su di loro, in qualità, non di creature viventi ma di cavie senza diritti. Insomma, se vuoi far volare un animale per portarlo a morire, non puoi, almeno non con la United airlines. Inoltre, il rifiuto di imbarco è esteso anche a quei primati per il mercato della “pet industry”, ovvero degli animali da compagnia. Certe specie devono restano nel loro ambiente naturale e non assecondare le mode del momento dei bipedi.
Questa decisione, che si spera venga accolta da più compagnie, è utile a rendere costoso e impegnativo l’approvvigionamento di primati da laboratorio negli Stati Uniti. Secondo la Peta, uan delle maggiori e più note associazioni onlusa tutela degli animali, solo solo quattro i grandi vettori internazionali che accettano di imbarcare “ospiti” di questo tipo: Air France, China Eastern Airlines, Philippine Airlines e Vietnam Airlines. Air France si difende sostenendo che gli animali sono sempre stati trasportati in centri di ricerca che “rispettano la legislazione vigente e tutte le regole fissate dalle organizzazioni scientifiche specializzate nel benessere animale”.
Nel 2010, secondo l’International Primate protection league, gli Stati Uniti hanno importato 21 mila primati, molti dalla Cina.