In Italia oramai il numero di cani randagi compresi gli ibridi supera abbondantemente le 700.000 unità, questo dovuto sia agli ultimi abbandoni che alle nuove nascite di cucciolate nate da cani non sterlizzati che vivono in branchi allo stato brado.
Le regioni che registrano il numero maggiore di randagi sono Sicilia, Puglia, Sardegna, Campania e Calabria, seguono Abruzzi, Lazio e a sorpresa Toscana, in quest’ultima regione il numero dei cani randagi è in aumento a causa degli abbandoni di intere cucciolate di maremmani da parte dei pastori, aumentano anche gli ibridi in quanto in molti casi le femmine di maremmano si incrociano con i lupi presenti in appennino.
L’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente denuncia lo stato di precarietà in cui versano oltre il 90% dei canili del sud Italia dove i comuni non pagano le rette dei cani presenti e in molti casi i canili stessi privati o comunali non permettono le adozioni. “Basta un dato per inquadrare la situazione- ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- nel centro sud Italia ci sono circa 30 canili e rifugi sottoposti a sequestro amministrativo e sanitario ma che vengono lasciati in gestione agli stessi responsabili dei fatti contentasti perchè nessuno si prende la briga di prendersi in carico migliaia di cani innanzitutto perchè non ci sono le risorse ne per sfamarli ne per le migliorie necessarie tornando infine alle questioni del randagismo purtroppo sono in aumento le soluzioni cruente con centinaia di cani avvelenati ogni settimana in diverse parti d’Italia”.