Che l’arte sia individuale, concettuale, stravagante lo sappiamo, ma che in nome dell’arte (?) si debbano lanciare in aria dei poveri gatti indifesi mi pare eccessivo, almeno discutibile. E’ successo nei giorni scorsi ad Anversa, storica città del Belgio, dove il coreografo e regista belga Jan Fabre, durante una sua performance ha pensato bene di far prendere il volo ad alcuni gatti. Letteralmente. Alcune delle povere bestiole, magari spaventate dal lancio, sono atterrate male al suolo provocondosi danni. In pratica, Fabre sulle scale del municipio della città, mentre era in corso uno spettacolo ha fatto “decollare”, insieme ad un gruppo di persone i felini provocando l’indignazione e l’ira generale. Atteggiamenti copmrensibili.La situazione è poi sfuggita di mano perché Fabre è stato aggredito dagli spettatori, al punto che ora si trova sotto la protezione della polizia locale. Inutile dire che alla violenza non si risponde con altrettanta violenza che non è risolutiva! Il Comune di Anversa ha ripreso la scena acconsentendo anche ad includerla in una pellicola dedicata alla carriera dell’artista, ma pare che gli Amministratori cittadini non sapessero dei gatti. Le associazioni animaliste sono, giustamente insorte e Fabre, nel frattempo, pur giustificando il suo gesto come atto provocatorio, si è scusato pubblicamente assicurando la buona salute degli animali lanciati in aria. Peccato che, invece pare che non sia così, almeno non per tutti i gattini.
Provocare va bene, può scuotere le coscienze, e Fabre è noto in tutto il mondo per la sua arte visiva innovativa e all’avanguardia, ma perché farlo infliggendo, direttamente o indirettamente, ferite, spaventi, aggressioni? Inoltre, tale provocazione nessuno è stato in grado di capirla e, dato il linciaggio mediatico subìto dal belga, non è stata nemmeno chiarita. Non avrebbe, in ogni caso, rappresentato una scusante.