Animalisti e vegetariani associati ad Adolf Hitler, uno dei più grandi assassini della storia mondiale. Chi ama gli animali, in pratica, ha qualcosa in comune con il padre del nazismo. A farlo presente è FederFauna, sindacato che raggruppa e tutela allevatori e cacciatori da quella che viene definita la “propaganda animalista”. Se, da un lato gli animalisti attaccano chi caccia e alleva a scopo commerciale gli animali, dall’altro FederFauna, confederazione europea delle associazioni di allevatori, commercianti e detentori di animali, li tutela. E ora, per attirare l’attenzione dei media sulla propria associazione e, forse anche di nuovi iscritti nelle proprie fila, i rappresentati di FederFauna tirano fuori dal cilindro un evento, a dir poco discutibile: la prima edizione del “Premio Hitler” destinato alle personalità che si distinguono nell’animalismo.La novità, stando al giovane sindacato, vuole essere ironica e non offensiva e si basa sull’amore che Hitler nutriva per gli animali, in particolare il suo cane, un pastore tedesco, e sulla sua dieta vegetariana. Amante degli animali a tal punto che a lui si deve la prima legge animalista nel 1933. Li preferiva agli uomini e non si fa fatica a crederlo, visto che ha sterminato 6milioni di persone, circa.
Il Premio viene presentato sabato 24 novembre nella sede nazionale di FederFauna a Bologna. Sempre ricalcando quanto afferma FederFauna, il parallelismo degli animalisti con Hitler vuole evidenziare che, troppo spesso chi difende gli animali non nutre lo stesso amore e rispetto verso i propri simili. Come dire… ami il tuo cane ma poi litighi con il vicino di casa. Non c’è dubbio che maggior considerazione tra gli uomini non farebbe male a nessuno, anzi, ma ritengo il paragone un po’ azzardato, a voler essere gentili, visto che, magari il vicino di casa ha l’opportunità di esprimersi a parole e di decidere l’andamento della propria vita. Gli animali, soprattutto quelli a “scopo commerciale”, no.
FederFauna, inoltre sostiene le attività umane legate agli animali, occupazione ed economia che ne derivano, affermando che “le attività economiche e ludiche umane connesse agli animali hanno prodotto e tuttora producono benessere, posti di lavoro, imprese piccole e grandi e strutture socialmente utili per l’uomo, rappresentando contemporaneamente per gli animali, l’unica vera garanzia di conservazione”. Insomma, l’opinione di FederFauna è che la vacca o il maiale non si possono estinguere perché servono a sfamarci e non perché siano carini!
Qual è il confine, seppur sottile, tra provocazione e cattivo gusto?