La chiamano il paradiso dei gatti e, in effetti per questi felini selvatici lo è. E’ la loro casa, è Tashirojima, l’isola dei gatti a largo delle coste giapponesi, nel Pacifico. Una piccola località dove abitano solo 100 persone, quasi tutte anziane, che convivono senza problemi con centinaia e centinaia di piccoli, grandi gatti. In pratica, ci sono più animali che umani. Qui, vivendo in libertà, sono riusciti a proliferare e a stringere buoni rapporti con gli isolani bipedi che li nutrono con i pesci pescati nei loro mari. Sull’isola si trovano una decina di micro santuari dedicati ai mici, oltre 51 statue e molti edifici, soprattutto case private, le cui fattezze ricordano quelle feline. Insomma, qui ogni cosa ha coda e orecchie. Secondo la tradizione, questo villaggio è diventato il regno incontrastato dei gatti quando un pescatore trovò il corpo senza vita di un quattrozampe, ucciso dal crollo di un masso. Ne ebbe profonda misericordia e lo seppellì creando, così il primo santuario sull’isola. In realtà, pare che nell’Ottocento, essendo l’economica del villaggio basata sulla lavorazione della seta i cui bachi erano prede dei topi, furono introdotti moltissimi gatti per allontanare i roditori. E la cosa ebbe successo.
Molti turisti visitano ogni anno Tashiro-Jima, accompagnati nelle loro passeggiate dai pescatori e dai gatti, abituati alla presenza umana e alle coccole. Sono diventati un vero e proprio portafortuna per tutti. Nutriti, vezzeggiati e amati.