Avete mai dovuto fare un prelievo di urine al vostro amico felino? Non sto parlando di “mungerlo” direttamente per fargli uscire la “plin plin” alla Chiabotto, ma di dovergli sistemare, nella vaschetta porta lettiera, una specie di sabbiolina di plastica bianca non assorbente che, una volta che il gatto l’abbia fatta, si possa prelevare il “lascito liquido” con tanto di pompetta e provetta! Un po’ come se foste dei ricercatori scientifici! Mai provata questa esperienza? No? E, allora, se permettete, ve la racconto io!
Quando Felix (chissà, poi perché i gatti si devono chiamare Felix), per ragioni di salute, ad esempio renali, deve sottostare a cure specifiche o sottoporsi ad esami periodici, saltuari, che riguardino il suo apparato urinario e si vuole evitare di portarlo direttamente dal veterinario che, magari Felix proprio non ama alla follia, allora ci viene incontro una sofisticatissima tecnologia. Sabbietta, pompetta e provetta con la quale si aspira l’urina felina dalla sua vaschetta. A cose fatte si porta, come un dono natalizio, al veterinario che provvede ad esaminare il tutto.
E fin qui, liscio come l’olio. Ma se il gatto, la “finta sabbietta”, quella non assorbente, proprio non la vuole vedere manco di striscio? Che si fa? Si passano ore e giorni in attesa della venuta! La venuta della sua plin plin.
Personalmente, visto che la clinica veterinaria chiude alle 19, faccio in modo che la sabbietta per il prelievo sia già nella lettiera al mattino presto, in modo che quando al mio gatto scappi, non abbia altra scelta che farla lì, anche se non gli piace. Forse, perché non è abbastanza “scavabile”, forse perché non gli piace che non venga assorbita l’urina, forse perché… semplicemente ha deciso così. E noi, poveri bipedi che, invece in caso di analisi mediche renali, dobbiamo farla direttamente nel bicchierino? Noi attendiamo.
E l’attesa è lunga. Quasi sapesse leggere l’ora (e il sospetto che sappia farlo mi vien spesso!), il mio gatto ha una capacità notevole di trattenerla fino a quando, intorno alle 19, non potendo più andare dal veterinario per chiusura della clinica, mi arrendo e gli sostituisco la sabbietta da analisi con quella “vera”. E, allora, a tal punto, sbeffeggiando qualsiasi cosa, la fa. La fa proprio davanti ai miei occhi, come a dire… “Lo so che, prima o poi, cedi e mi togli sta cosa che non assorbe”.
Così, si ricomincia da capo il giorno dopo e quello dopo ancora, fino a quando, fortemente provata nello spirito e nella pazienza, mi metto lì, davanti alla sua vaschetta e fingo – ebbene sì – di scavare nei granelli, nella speranza di sollecitarlo. Lo prendo in braccio, lo adagio sulla vaschetta per invitarlo a farla lì… apro, persino il rubinetto dell’acqua (se funziona con gli umani, perché non dovrebbe funzionare pure con gli animali?), gli mimo i suoi gesti, insomma una rappresentazione teatrale di tutto rispetto. E lui? Mi guarda, con aria un po’ interdetta (e ha ragione!), poi, non resistendo più, o forse impietosito… mentre incrocio le dita e fingo di guardare altrove (non gli piace essere osservato in certi momenti!) la fa. La fa davvero! La fa tutta!
E allora, pompetta, provetta e corsa alla clinica veterinaria con il mio ben fagottino pieno pieno di liquido giallognolo, avvolto bene nella carta stagnola, pronto per la consegna al medico, manco fosse oro, incenso o mirra!
Devo dire che, una delle ultime volte, ho portato il gatto dal veterinario per il prelievo perché l’attesa iniziava a perdurare. E, si sa errare è umano, perseverare è felino, quindi sventolata la mia bandiera bianca della resa, mi sono recata alla clinica. Pessimaaaa idea!
Eh, si, perché il mio gatto, visto che non la faceva da ore e non la voleva fare nella sabbietta non assorbente, una volta salito in auto, nel suo ben trasportino di plastica rigida (subodorando la nostra meta), accanto al sedile del guidatore con il musetto rivolto verso di me, in modo che potesse vedermi e star tranquillo (gli potrei mettere pure una mia gigantografia nel trasportino, ma tranquillo non è mai quand’è in auto!), fatti 4 km da casa, che ha fatto?
L’ha fatta! Ecco che ha fatto! Gli è scappata di farla nel trasportino e non contento, essendo sostenitore della pulizia, tenendo molto alla sua igiene, infastidito dalla sua stessa pipì, con una zampina l’ha schizzata fuori dal trasportino nella mia direzione. E ha continuato a farlo, mentre io guidavo.
Ad un certo punto, sentendomi schizzi d’acqua (povera ingenua!) addosso, sul braccio destro e su parte della gamba, e visto che fuori non pioveva nemmeno un po’, mi sono voltata verso di lui e l’ho visto! Era lì, bello e tranquillo che continuava a schizzare la sua pipì fuori dal trasportino verso di me. Oddio!
Morale della storia, sono tornata di corsa a casa, ho lavato lui, il suo trasportino, pulito l’abitacolo della macchina, fatto una doccia e riprovato con il buon vecchio metodo della “finta lettiera non assorbente”, ma lui, ahimè, aveva la vescica vuota! Ma se volessi giocare i numeri al Lotto? Che numero fa gatto che non la fa?