Chilometri di sabbia africana dove si incontrano gatti, gabbiani e donne che raccolgono alghe per creme di bellezza. La descrizione di una spiaggia che appare solo con la bassa marea, infatti, in questo caso, il mare si ritira docilmente lasciando spazio alla sabbia e, in tutta la sua bellezza incontaminata, fa la sua comparsa la vasta spiaggia a nord di Essaouira. Qui, dove la sabbia è sottile e fine, color giallo oro, e dove il sole la infuoca ogni giorno, i gabbiani si posano sulle piccole dune, mentre le donne raccolgono, a riva, le alghe per l’industria cosmetica locale. E sempre qui siamo ad Essaouira, definita la perla del Regno marocchino. Piccola cittadina turistica, meta ambita per il suo caratteristico mercato, il dedalo di stradine, per i bastioni, alti e antichi, da cui si osservano le navi che entrano in porto e, nota anche, tra le varie attrattive, per i suoi mille – o forse più – gatti. Ingolositi dal pesce che le bancarelle dei pescatori mettono in mostra sulla battigia, abitata anche da numerosi gabbiani. Essaouira, infatti, ha il potere di donare al visitatore una “memoria sonora”, ovvero il ricordo della “voce” dei gabbiani che volano bassi e del miagolio, quasi costante, dei felini. In fila, un po’ disordinate, attendono sui moli o accanto alle barche dei pescatori, di rientro dalla giornata di lavoro. Alcuni gatti, forse un po’ più furbi, si posizionano accanto ai venditori ambulanti di pesce il cui banchetto funge anche da piccolo ristorante a cielo aperto, così i passanti scelgono il pesce esposto e, nel frattempo, tra una carezza e l’altra ai gatti, lanciano loro qualche pezzo del pasto.
Essauoira sembra la tavolozza di un pittore che miscela i colori del sole in ogni granello, luminoso come un minuscolo diamante, a quelli verdi e azzurri che si riflettono nelle acque calme. L’azzurro del cielo estivo marocchino e il verde cangiante delle alghe. Le onde che muoiono a riva le spingono sulla spiaggia con un movimento che somiglia a una delicata danza. Si muovono in maniera sinuosa ed elegante, fino ad adagiarsi sul bagnasciuga. Bloccate solo dalle raccoglitrici, attorno alle cui caviglie si annodano come bracciali della natura, che ne approfittano per prelevarle ed essiccarle. Vestite come da usanze musulmane, le fanciulle, di cui resta scoperto solo il volto, trascorrono le giornate con la schiena chinata. Silenti nel compiere il loro lavoro.
La spiaggia si estende per molti chilometri mostrando qualche piccola insenatura che, quasi al crepuscolo, quando il cielo si ammanta del rosso del tramonto, svanisce sommersa dalle acque. L’alta marea può cogliere impreparati e lasciare il viaggiatore che passeggia in questi luoghi fiabeschi, disorientato e costretto ad arrampicarsi sugli scogli per ritrovare la strada mangiata dal mare. Essaouira è, senza dubbio, la perla più preziosa del Marocco, la più famosa delle città marocchine della costa atlantica. E lascia nella mente e nel cuore di chi l’abbandona, una tristezza palpabile, profonda come l’impronta del piede nella sabbia che, però non scompare quando l’onda la bagna.