Poche novità per il clima torinese, non solo per la giornata di lunedì, ma anche per l’intera settimana che probabilmente passerà all’insegna del cielo terso fino a venerdì compreso. La vera notizia meteorologica è che con domani avrà inizio una pesante discesa delle temperature: se le minime scenderanno già dal primissimo mattino due gradi sotto lo zero per piombare pesantemente la notte successiva a -5 arrivando gradualmente fino ai -8 della mattina di giovedì prima di risalire verso i -3 di sabato, a farci risentire del freddo sarà soprattutto le massime che dopo essere scese domani di appena un paio di gradi dai 12 di oggi, si piazzeranno più o meno stabilmente sui 5 gradi per non salire tanto facilmente nel periodo a venire.
In altre parole, con il ritorno del sole daremo, malgrado i gusti di molti, il benvenuto all’inverno. E l’inverno scende ancora più nei cuori delle persone che non smettono di fare prevalere le logiche del profitto e dell’egoismo più bieco e stupido a quelle dell’equilibrio e della civiltà sociale. Lo dimostrano gli esiti del referendum svizzero che si è espresso contro la proposta di contenere in un rapporto 1 a 12 quello fra lo stipendio minimo e massimo di un’azienda. A fare prevalere i contrari è stata la paura che i talenti andassero altrove.
L’enfasi sui talenti ha bruciato gli impiegati e proprio in questi giorni articoli come questo stanno moltiplicandosi nelle pubblicazioni statunitensi per arginare il fenomeno della disaffezione e del disinvestimento che proprio gli impiegati stanno manifestando nella culla del capitalismo proprio come da noi che dimostriamo una volta in più di essere in controtempo sulla realtà economica con i nostri CEO, banchieri, amministratori pubblici e prassitismo lobbista vario di cui siamo, in quello sì, grandi esperti.
Questo corrisponderà ad un’ulteriore demotivazione dell’impiegato a dare contributi e ad investire. Probabilmente ad un ulteriore appesantimento, se mai fosse immaginabile della profonda sfiducia che oramai il dipendente ha nei confronti della propria azienda, del tutto proporzionale a quella che il cittadino prova verso la sua azienda.
Questo è l’inverno della civiltà dell’egoismo che quel referendum ha dimostrato essere infiltrato proprio ai livelli più bassi della società, fatti definitivamente convinti che non ci sia mai stato alcun rapporto fra l’operato intellettuale e manuale e il guadagno. È il fatto che a questo mondo ci siano solo un pugno di aziende che fanno l’innovazione e un pianeta intero che le copia è il migliore esempio di questo impoverimento.
E quello che è peggio, è che un inverno troppo rigido e troppo lungo rischia di uccidere mandrie e popoli, mentre prelude ad una primavera sterile e magra e ad un’estate arida e senza frutti.